"Dov’è l’affare o la convenienza della Rai?" Ci auguriamo che i vertici del servizio pubblico vogliano rispondere al più presto alla domanda posta in modo diretto dal Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza, Sergio Zavoli, dopo l’annuncio della rottura con Sky".
Lo sottolinea la Federazione nazionale della stampa. E Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, attacca: "No alla svendita della Rai e alla mortificazione dei suoi lavoratori, dei suoi giornalisti, dei suoi dirigenti. Il credito che è giusto dare a chi arriva per svolgere la decisiva funzione di Direttore generale per Mauro Masi sta per finire". "Il sindacato dei giornalisti – si legge nella nota della Fnsi – non si fa arruolare da nessuna delle aziende in competizione, e continua ad avversare ogni forma di restrizione dei mercati: tanto il duopolio analogico che ora si sta trasferendo sul digitale terrestre, quanto il monopolio satellitare. Ma non si può non vedere che la trattativa tra Rai e Sky è stata segnata da un insistente intervento del governo, e che il risultato finale è
il più gradito all’azienda del Presidente del Consiglio. Tocca ai vertici Rai fornire la prova che questa non sia una nuova dimostrazione del conflitto di interessi. Così come deve venire da viale Mazzini una assicurazione per il futuro del gruppo di lavoro di RaiSat, che in questi anni ha saputo guadagnare al servizio pubblico importanti riconoscimenti di qualità. C’è un patrimonio non solo industriale ma anche professionale, giornalistico e non giornalistico, non sempre regolarmente contrattualizzato, che non può essere disperso e del quale debbono essere rispettati i diritti. E un maggior rispetto è dovuto a tutti i dipendenti dell’azienda: ancora una volta esposti al rischio – giustamente denunciato dall’Usigrai – di arrivi dall’esterno che suonerebbero immotivati e offensivi".
"Il modo in cui è maturata la rottura con Sky _ rincara la dose Carlo Verna _ ci sconcerta al di là delle valutazioni di merito. Speriamo di aver salvato lo spacchettamento , per ragioni lottizzatorie, del Giornale radio in corner. Non possiamo, però cercare sempre di porre riparo a bizzarre sortite come quella, che in queste ore sta maturando, di proporre come Direttore dei canali di pubblica utilità un collega inserito nella lista dei precari ed in attesa di essere stabilizzato alle stesse condizioni degli altri, che diversamente sarebbero assurdamente beffati. Attenti tutti anche al pluralismo editoriale fondamentale per un servizio pubblico. Ai due presidenti Zavoli e Garimberti chiediamo di alzare la voce pure per l’ennesimo arrivo dall’esterno. Riterremmo scandalosa l’assunzione anche di un vicedirettore per il Tg1. Speriamo naturalmente che le nostre preoccupazioni possano essere smentite, siamo però pronti ad un’ estate calda".