Ci siamo, oggi è il 20 maggio, il giorno stabilito per la nuova riunione del CDA della RAI per la discussione delle conclusioni a cui il suo ad, Mauro Masi, è giunto sulla questione Sky. Non è stata una settimana facile per Masi, costretto a decidere sulla questione spinosa nata con l’offerta di Sky di 350 milioni per veicolare per sette anni il bouquet di RaiSat (escluso Gambero Rosso), più altri 75 milioni in tre anni per l’acquisto di titoli cinematografici da RaiCinema. Soldi importanti in momento difficile come questo. A patto, ovviamente, che l’offerta gratuita della RAI per il digitale sia tutta disponibile anche a gli abbonati di Sky. Diversi i punti di criticità sui quali porre attenzione e che sono stati evidenziati dal presidente Paolo Garimberti. Il primo è quello della neutralità tecnologica: in pratica RAI, in quanto servizio pubblico, dovrebbe essere presente su tutte le piattaforme tecnologiche al fine di garantire il proprio ruolo. A riguardo si è anche espresso il viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, che ha precisato: «La RAI ha un obbligo di presenza su ogni piattaforma ma non su tutte: per quel che riguarda il satellite spetta all’azienda scegliere quale sia la più indicata». Il secondo punto è “l’assoluta certezza che Mediaset scenda esattamente nello stesso istante in cui lo fa la Rai”. Da qualunque parte la si guardi, la faccenda presenta comunque dei problemi. Questi i possibili scenari. La RAI accetta la proposta e non scende dal satellite. Conseguirebbe che il 60% degli abbonati a pagamento a Sky continuerebbe a guardare RAI e Mediaset, ottimi introiti pubblicitari per tutti; ma la concessionaria pubblica dovrebbe rinunciare ad una piattaforma satellitare gratuita propria, uscendo dalla numerazione della piattaforma News Corp. Murdoch contento, si garantirebbe RAI e Mediaset nel bouquet Sky. Scenario alternativo: RAI rifiuta l’offerta. Perdita secca in termini di ascolto del 3% (secondo le stime presentate nella riunione del CDA della scorsa settimana) ma sicuramente un recupero del 2% degli ascolti grazie al digitale terrestre. RAI potrebbe inoltre pensare alla famosa piattaforma satellitare gratuita, tutta sua. Infine RaiSat potrebbe passare al digitale terrestre con alcune modifiche, al fine di non sforare il limite del 20% stabilito dal ministro Gasparri a suo tempo sulla proprietà dei canali digitali. E Sky? L’offerta scade in questi giorni e non potrà essere prorogata a lungo. Se RAI rifiuta l’offerta, Murdoch dovrà pensare al da farsi. Sicuramente dovrà sostituire i canali della concessionaria pubblica con un investimento di circa 425 milioni di euro sui nuovi prodotti. E Mediaset? Ha promesso che se va via la Rai molla anch’essa il posto sul sat di Murdoch. La riunione del CDA RAI si sta tenendo proprio questo pomeriggio. (G.M. per NL)