Dopo il taglio di 150 milioni di euro ai trasferimenti degli introiti da canone deciso dal governo, ora la scure si abbatte sugli stipendi dei dirigenti e dei giornalisti Rai.
Il consiglio di amministrazione della tv pubblica ha dato il suo ok alla decurtazione dei compensi sopra i 240 mila euro lordi annui, fissati come tetto per manager pubblici dal governo. Ad essere ridimensionato, con una delibera ad hoc, è stato in primis lo stipendio del presidente Anna Maria Tarantola, che percepiva 366 mila euro lordi annuali, ed è sottoposta ad una normativa specifica. Discussione a parte in Cda quella invece relativa agli altri dirigenti di Viale Mazzini. Alla luce di un parere dell’ufficio legale Rai, che solleva dubbi sull’applicabilità della normativa, si è deciso di intervenire anche sui loro compensi, utilizzando la formula dell’autoriduzione dello stipendio. Un taglio attuato in via cautelativa, in attesa di ulteriori approfondimenti e della conversione in legge del decreto Irpef che contiene la misura. La mannaia colpirà, oltre al presidente, il direttore generale, Luigi Gubitosi, che percepiva 650 mila euro, e altri 43 dirigenti, tra cui i manager ai vertici delle strutture interne e delle società controllate, e anche i giornalisti. Coinvolti, tra gli altri, l’ex dg Lorenza Lei, ora presidente di Rai Pubblicità, il vicedg Antonio Marano, il direttore del Tg1, Mario Orfeo, il direttore di RaiSport, Mauro Mazza, e quello di Rai1, Giancarlo Leone. I ricorsi sono però dietro l’angolo: non solo perché è opinione diffusa in Rai che la misura sia applicabile solo ai contratti siglati dopo il varo del tetto, ma anche perché i giornalisti ritengono di non poter essere sottoposti alla normativa pubblicistica, sostenendo di avere di fatto un rapporto di diritto privato. I dirigenti in Rai sono circa 300: di questi tre (incluso il dg) guadagnano sopra i 500mila euro, uno tra i 400 e i 500mila euro, quattro tra i 300 e i 400mila euro, trentaquattro tra i 200 e i 300mila euro. Tra i 322 giornalisti dirigenti, uno (l’exdirettore del Tg1 Augusto Minzolini, ora senatore in aspettativa) riceve una busta paga sopra i 500mila euro, tre tra i 400 e i 500mila euro, tre tra i 300 e i 400mila euro, ventiquattro tra i 200 e i 300mila euro. Rimandata, invece, in cda la discussione sul possibile ricorso contro il taglio di 150 milioni inserito nel decreto Irpef ora al vaglio della Commissione Bilancio del Senato. L’articolo sulla tv pubblica è stato bersagliato da una cinquantina di emendamenti, alcuni bipartisan. Diverse le ‘ricettè e le alternative proposte, ma la richiesta di sopprimere tutto l’articolo arriva da Pd, Lega, Fi e M5S. Sempre dal Pd la richiesta di sostituire il taglio con il 50% delle somme recuperate dalla lotta all’evasione del canone. (ANSA)