"Non metterò mai becco nella nomina del capostruttura Rai di turno, ma dobbiamo educare la Rai a fare servizio pubblico".
Matteo Renzi insiste nella sua linea: niente interferenze nella gestione dell’azienda, ma l’indicazione di una nuova strategia: "Invece che annunciare scioperi, possiamo chiedere di educare le future generazioni di italiani". Gli risponde a distanza Susanna Camusso: lo sciopero del 18 giugno resta "necessario". Il palcoscenico per il premier oggi è quello del San Carlo, a Napoli, per la Repubblica delle idee: "Va cambiata la governance della Rai, va cambiata la strategia, ma va fatto dopo un dibattito culturale", ribadisce Renzi, alludendo al confronto che il governo intende avviare, anticipando il rinnovo della convenzione che scade nel 2016. "La vendita di Raiway? L’aveva pianificata il governo di centrosinistra del 2001 ed era stata poi bloccata da Gasparri. Noi la stiamo solo perfezionando". Di tutt’altro avviso il segretario della Cgil: "Sottrarre 150 milioni di quote del canone che dovrebbero andare alla Rai e la vendita di Raiway rappresentano un indebolimento dell’azienda",sottolinea Camusso a Bologna, alla festa del sindacato, che ha confermato con Uil, Ugl e le altre sigle minori l’agitazione del 18. L’azienda piuttosto ha "bisogno di ricondursi a una gestione ordinaria e non della politica" e di "un serio piano industriale". Braccia incrociate, dunque, mercoledì prossimo, a difesa dei tanti lavoratori – 10 mila su 13 mila 700 dipendenti- che guadagnano in media un massimo di 1.400 euro lordi al mese (cifra che scende a 1.110 euro per gli assunti a tempo determinato) e che in queste ore stanno condividendo su Facebook le loro foto con tanto di busta paga o con cartelli che spiegano i motivi dell’adesione allo sciopero. Camusso non vede possibilità di riavvicinamento con la posizione dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti che ha invece sospeso la protesta e che oggi incalza Renzi: "Il primo passo per permettere alla Rai il rilancio come servizio pubblico è liberarla dal controllo dei partiti e dei governi. E liberare l’intero sistema editoriale dai conflitti di interessi. Basta con le parole, Renzi passi ai fatti". L’Usigrai, però, replica anche alla Camusso: "Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere rispetto per chi sciopera, contro chi ha definito quella scelta ‘umiliante. Ci aspettiamo lo stesso rispetto per le nostre scelte. Ricordando che l’unità si costruisce con il rispetto e la pari dignità tra tutti i soggetti, praticati tutto l’anno e non a giorni alterni". (ANSA)