RAI, quale futuro? Esperti a confronto su tesi Petruccioli

Aa.vv., quale futuro per il servizio pubblico radiotelevisivo? (a cura di Anna Alessi, Bevivino Editore)


ANSA

AA.VV., QUALE FUTURO PER IL SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO? (A CURA DI ANNA ALESSI, BEVIVINO EDITORE, PP. 149, 12,00)

“Il superamento del legame simbiotico e diretto con la politica”, “la liberalizzazione del settore televisivo oggi bloccata dal poderoso duopolio”, “l’acquisizione e la messa in opera da parte della Rai di tutti i caratteri e le capacità che ancora le mancano per divenire a tutti gli effetti una impresa”. Passa per queste strade il futuro del servizio pubblico, secondo il presidente Claudio Petruccioli. Il suo saggio ‘Per una discussione su televisione e servizio pubblico dentro e fuori la Rai’ – diffuso a fine 2005 ma tornato di attualità in un momento in cui il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni si appresta a presentare, dopo il varo del ddl di riforma della Gasparri, le linee guida per un nuovo provvedimento sull’assetto e sulla governance di Viale Mazzini – è il fulcro attorno al quale ruota il dibattito promosso dall’Isimm, l’Istituto per lo studio dell’innovazione nei media e per la multimedialità e sintetizzato in questo volume. Il saggio raccoglie pareri illustri di esperti e costituzionalisti, da Augusto Barbera a Franco Bassanini, da Enzo Cheli a Rubens Esposito, da Enrico Manca ad Alessandro Pace, da Andrea Manzella a Guido Salerno a Vincenzo Zeno-Zencovich. Nel suo ampio intervento, il presidente Rai mette il dito nella piaga: “Per avere un cda non ipotecato dalla politica, la sua composizione e il suo funzionamento non dovrebbero essere più riferibili a maggioranze o minoranze parlamentari. Non dovrebbe essere possibile l’individuazione, all’interno del cda, di una maggioranza politica”. Questa è la “strada maestra” per Petruccioli, che ribadisce il suo parere favorevole su una “novità positiva” introdotta dalla Gasparri, e cioé il gradimento della Vigilanza Rai, a maggioranza di due terzi, sulla nomina del presidente. Petruccioli passa in rassegna alcune delle ipotesi di modifica del governo Rai: tra queste, quella formulata dall’Isimm di una “fondazione a controllo maggioritario dello Stato e per il resto suddiviso tra le regioni e soggetti diversi, pubblici e privati, rappresentativi del tessuto multiculturale e sociale del Paese”. Tale fondazione, “intestataria del canone, dovrebbe essere retta da un consiglio dei garanti nominati ‘pro quota’ dal Presidente della Repubblica, dal Parlamento, dai Consigli regionali e dai soggetti portatori di rilevanti valori sociali e culturali”. Al consiglio dei garanti, il compito di nominare il cda. Nessuna ipotesi, comunque, sottolinea Petruccioli, “produrrà risultati significativi e duraturi se non si definiranno i parametri essenziali entro i quali va motivata e collocata” la Rai. “A cominciare dall’idea stessa se debba continuare a essere un’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo; per passare a definirne le dimensioni, la proprietà, le fonti di finanziamento”. (ANSA).

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