RAI: perdita di 137 mln in 9 mesi. Anno però chiuderà in pareggio perché quotazione RaiWay ha bilanciato

Stretta tra i tagli governativi della scorsa primavera e l’ossigeno dato dalla quotazione di Rai Way, che ha consentito di bilanciare l’ammanco nelle casse della tv pubblica, RAI dovrebbe risultare in sostanziale equilibrio per fine 2014.

Sedate quindi le preoccupazioni sollevate da più parti dopo le scelte dell’esecutivo, che aveva ridotto i trasferimenti alla concessionaria pubblica radiotelevisiva per quest’anno e per i successivi, provocando una battaglia di ricorsi destinata a non chiudersi presto. Il cda Rai ha preso atto all’unanimità dei risultati dei primi nove mesi dell’anno che si sono chiusi con una perdita pari a 137,3 milioni di euro dovuta sostanzialmente – spiega in una nota Viale Mazzini – ai tagli decisi dal governo. Escludendo l’impatto di tali tagli, la perdita sarebbe stata di circa 25 milioni di euro, in miglioramento rispetto al 2013, se si considera l’incidenza dei grandi eventi sportivi (i Mondiali di calcio in Brasile) pari a 95 milioni di euro. La riprevisione di chiusura di fine anno evidenzia una gestione operativa in sostanziale equilibrio e un risultato netto positivo grazie al collocamento di una quota della partecipazione in Rai Way che ha bilanciato gli impatti dei tagli con una forte riduzione dell’indebitamento di gruppo rispetto al 2013. Il cda ha anche approvato, ma questa volta a maggioranza, il piano Fiction 2015, illustrato dal direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta. Quattro i voti a favore, quelli della presidente Anna Maria Tarantola, di Gherardo Colombo, Marco Pinto e Benedetta Tobagi. Si sono astenuti Antonio Pilati e Guglielmo Rositani, mentre non hanno partecipato alla votazione Antonio Verro e Rodolfo De Laurentiis. Il piano è stato criticato dai consiglieri che non hanno votato a favore da un lato per il troppo peso dato ad alcuni produttori, che da tempo ottengono grossa parte delle commesse della tv pubblica, dall’altro per le scelte editoriali, considerate squilibrate non solo per la presenza di serialità troppo lunghe, ma anche e soprattutto per i contenuti. Troppa attenzione sarebbe infatti rivolta ad argomenti legati alla criminalità organizzata e più in generale alle tematiche sociali: secondo i consiglieri critici, la scelta di inseguire a ogni costo la mission di servizio pubblico finirebbe così con il penalizzare l’intrattenimento con un impatto negativo sugli ascolti. (E.G. per NL)

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