La procura di Roma ha iscritto sul registro degli indagati per abuso d’ufficio i nomi di Giuliano Urbani, Gennaro Malgeri, Marco Staderini, Giovanna Bianchi Clerici e Angelo Petroni, i cinque componenti del consiglio di amministrazione della Rai (tutti quelli del Centrodestra più Petroni nominato dall’allora ministro Tremonti) che votarono a favore della scelta di Alfredo Meocci a direttore generale dell’azienda di Viale Mazzini.
Quando si trattò di procedere alla nomina ci furono contrasti in seno al Cda. I consiglieri Sandro Curzi (che è stato sentito come persona informata sui fatti), Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni, sostennero che Meocci non poteva essere nominato in base alla presunta incompatibiltà per un suo precedente incarico in seno all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I pareri di alcuni studi legali confermarono le perplessità dei consiglieri contrari paventando anche la possibilità di sanzioni che furono effettivamente comminate dall’Agcom alla Rai (14,3 milioni di euro) e allo stesso Meocci (373 mila euro). Sanzione poi confermata dal Tar del Lazio che respinse un ricorso di Alfredo Meocci. Nonostante ciò cinque consiglieri, ora sotto inchiesta, decisero per la nomina che poi fu annullata dopo qualche mese.
La questione Meocci rientra nell’inchiesta sull’entità degli stipendi percepiti da alcuni manager pubblici. La magistratura romana ha acquisito i provvedimenti con i quali l’autorità per le comunicazioni aveva dichiarato incompatibile la nomina di Meocci, già commissario della stessa authority. In questo caso, le indagini mirano ad appurare se possa essere ipotizzato l’abuso d’ufficio da parte del consiglio di amministrazione che approvò la nomina. Lunedì il pm d’Ippolito continuerà le audizioni di testimononianze.
La consigliera in quota Lega, Giovanna Bianchi Clerici, contattata da Affari, si è rifiutata di commentare la notizia.