C’è chi al Papa, in tv, dedica sin troppo tempo e chi, invece, non ne riserva per niente. Dai dati resi noti dall’Isimm, lo Studio dell’innovazione nei Media e per la Multimedialità, si evince quanto tempo i telegiornali italiani, sia in chiaro che sulle piattaforme a pagamento, dedicano ai vari temi ed argomenti. All’interno dell’overdose di politica che riguarda, chi più chi meno, tutti i tg, viene fuori un dato particolare: Rai News 24, canale satellitare all news della Rai, diretto dall’ex giornalista del “manifesto”, Corradino Mineo (foto), nel mese di novembre non ha dedicato nemmeno un minuto della sua macchina informativa a notizie riguardanti il Papa e la Santa Sede. Il criterio di notiziabilità, certo, non è un principio univoco, ma è altrettanto vero che in un Paese come l’Italia in cui il Vaticano ha un peso specifico così alto ed i media non fanno altro che confermarlo ogni qualvolta ce ne sia bisogno, questo dato risulti abbastanza curioso. Mineo, poi, è un giornalista con la vista lunga ed evidentemente prevedeva la saturazione dei servizi riguardanti la Santa Sede, dal caso-Sapienza in poi. Sarcasmi a parte, c’è chi ha ironizzato sull’assenza del Pontefice dagli schermi di Rai News 24 (vedi ItaliaOggi del 31/01/2008, pag. 9), titolando che “il Papa non fa mai notizia”. Abbiamo visto nelle ultime settimane, ma non solo, come sia vero il contrario.
I dati dell’Isimm, comunque, mostrano anche le percentuali riguardanti gli altri grandi temi presenti nei tg. Il Tg1 di Riotta (che alla Santa Sede dedica ben il 5,45% del tempo totale del suo tg, un record, checché se ne dica sui presunti malintesi tra l’ex vice-direttore del “Corriere” e lo Stato vaticano) riserva alla politica quasi il 70% (il Vaticano è escluso da questo dato) della sua torta (43,27% ai partiti; 25,12% alle istituzioni), ma ancor peggio fa il Tg2 di Mazza, che tocca quota 73%, con oltre il 50% per i soli partiti. Passando a Mediaset, i dati restano più o meno invariati, con i partiti che superano puntualmente il 50%, fino a toccare il picco del 56,28%, ovviamente, nel Tg4 di Fede. Tornando al Vaticano, Riotta a parte, i tg Mediaset vi destinano, rispettivamente, il 4,65% (Tg4), il 3,90% (Tg5), il 4,82% (Studio Aperto) e il 3,54% (il Tgcom di Liguori). Sotto la media, invece, tornando in Rai, il Tg3 di Di Bella: 1,43%. Occorrerebbe confrontare, comunque, questi dati con quelli provenienti dagli altri Paesi, europei e non, di matrice cattolica, per evidenziarne le differenze: non esiste in nessuno Stato l’obbligo di narrare giornalmente (o quasi) le gesta di un rappresentante, seppur autorevole, di uno Stato straniero. A meno che non si parli di Sarkozy e della sua love-story con Carla Bruni.
Tutti i tg italiani, quindi, dedicano almeno un po’ di spazio alla Sante Sede, ma non Rai News 24. Ma, allora, Mineo come occupa il totale della torta? Un po’ d’autoreferenzialità a parte (il mondo dell’informazione raggiunge il 9,79% del “tempo di parola”), partiti, istituzioni, organi sindacali e news estere totalizzano il 90%, ritagliando un piccolissimo spazio alla cronaca nazionale, di cui invece sono infarciti la maggior parte dei tg, e a sport e spettacoli. Nel finale dell’articolo di Castoro su ItaliaOggi (31/01/2008, pag. 9), per concludere, il giornalista mette a confronto il canale all news della Rai con Sky Tg 24, diretto da Emilio Carelli, definito “anni luce più avanti”. Il confronto con il canale 500 del pacchetto Sky, questo Castoro ben lo sa, non lo reggerebbe nessun tg italiano, né in chiaro né su satellite, né su digitale terrestre. Ma c’era qualche dubbio? (Giuseppe Colucci per NL)