Emilio Pozzi, giornalista milanese e voce storica di Radio Rai è morto ieri mattina a Milano all’età di 83 anni per un male incurabile.
Nato il 27 agosto 1927 iniziò come cronista del GR a Milano, poi a Roma alla Direzione Ricerca e Sperimentazione Programmi realizzando molti documentari radiofonici, ed infine a Torino, dove fu Direttore della Sede Regionale nel periodo tra gli anni ’80 e ’90. Fu anche corrispondente della Radio Svizzera di Lugano ed organizzatore dei corsi sulla storia della radiofonia all’Università Bicocca e del Master in giornalismo della Statale di Milano. Nel 1984 allestì la mostra “La radio, storia di sessant’anni”, un’iniziativa itinerante tra Torino Spoleto, Napoli e Bari. Docente di teatro e spettacolo alla Facoltà di Sociologia dell’Università “Carlo Bo” di Urbino, fu anche consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Milano, segretario dell’Ordine nazionale, vicepresidente dell’Afg Tobagi, l’ente che ha gestito per 32 anni l’Ifg De Martino, presidente della Commissione esaminatrice per l’accesso all’Ifg, direttore della Collana Quaderni per la memoria, della rivista europea “Teatri delle diversità” (“Catarsi” che si occupava del teatro delle diversità, come quello dei detenuti e dei rom). Come storico del teatro fu autore di varie pubblicazioni ed autore di numerosi saggi. Fu insignito del titolo di “Campione per la Comunicazione” per aver dedicato la sua opera di educatore ai carcerati di San Vittore dove nel 1945, a 16 anni, fu rinchiuso dai nazisti (assieme ad Indro Montanelli) perché combattente partigiano del Fronte della Gioventù. Domenica 25 Aprile avrebbe dovuto presentare il suo ultimo libro, “Recito quindi sogno. Teatro carcere 2010”. Franco Abruzzo, già presidente dell’OdG Lombardia, ha scritto: “Con Emilio Pozzi abbiamo perso la memoria storica del giornalismo radiofonico e televisivo”. (R.R. per NL)