RAI: la svolta nel (nuovo) contratto di servizio

Reintegrati molti dei diritti degli utenti cancellati in prima istanza. Sebbene il parere non sia vincolante si respira un’aria nuova. Al centro neutralità della rete e download, manipolazione e redistribuzione dei contenuti


da Punto Informatico

Roma – “Offrire all’utenza la possibilità di scaricare, modificare e ridistribuire via internet i contenuti radiotelevisivi prodotti dalla RAI mediante proventi dei canoni di abbonamento”. Queste sono alcune delle più importanti novità emerse venerdì in Commissione di Vigilanza sulla RAI, novità che re-introducono diritti per gli utenti televisivi che sembravano destinati all’oblìo.
Come segnala sul suo blog Mauro Vergari di Adiconsum molte sono le novità significative introdotte dalla Commissione. Al comma 3 dell’articolo 6 del Contratto, si legge: rendere disponibili, nel rispetto dei diritti dei terzi, i contenuti radiotelevisivi trasmessi nell’ambito dell’offerta televisiva e radiofonica di cui agli articoli 4, comma 1, e 5 direttamente dal portale RAI.IT agli utenti che si collegano attraverso internet dal territorio nazionale e risultano in regola con il pagamento del canone di abbonamento Rai, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica.

Si tratta di un’affermazione fondamentale, come sottolinea Stefano Quintarelli sul suo blog, in quanto significa garantire la neutralità tecnologica: connettersi direttamente al portale RAI per accedere ai suoi contenuti significa implicitamente riconoscere il diritto di tutti gli utenti in regola col canone di fruire di quei materiali alle medesime condizioni.

Lo spiega nella sua relazione il parlamentare della Rosa nel Pugno Marco Beltrandi, relatore della Commissione per il Parere sullo schema di Contratto di Servizio: “È importante sottolineare infatti la necessità che i contenuti siano messi a disposizione direttamente dal portale Rai al fine di evitare pratiche escludenti da parte della rete di trasporto, sia mediante filtraggio o prioritizzazione, sia mediante discriminazione tariffaria per il servizio di trasporto dei dati, che comunque si tradurrebbe in una traslazione del costo aggiuntivo a carico degli utenti. Infatti ove l’erogazione prevista non fosse diretta (vale a dire direttamente dal server della Rai) la concessionaria potrebbe assolvere l’obbligo di messa a disposizione in rete dei propri contenuti affidandoli ai gestori della rete utilizzata per la Tv via cavo i quali attualmente operano in una posizione di monopolio”.

Ma è certamente la possibilità di scaricare quei contenuti e modificarli, nonché ridistribuirli, come accennato, ad attrarre gli utenti consumatori e non è un caso che le associazioni del consumo, come Altroconsumo, abbiano applaudito ad una novità, già prevista dalla prima bozza del Contratto e poi rimossa, che di fatto restituisce a chi paga il canone l’effettiva disponibilità della programmazione RAI.

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