RAI: il pianto in diretta di Ugo Russo per la sua ultima radiocronaca. La Radio o si ama o non si ama

"Buon pomeriggio a tutti voi cari amici ascoltatori, il mio verbo torna a titillare i vostri padiglioni auricolari dallo stadio Armando Picchi da dove rifrangerà eventi e situazioni del match Livorno-Trapani, valido per l’ottava giornata di andata del campionato italiano di calcio, divisione nazionale serie B….".

I collegamenti di Ugo Russo da Livorno per la Rai passano alla storia per la sua commozione, in avvio e soprattutto in chiusura, tra voce tremante, ricordi e malinconia. Commozione che, via radio, anche gli ascoltatori sicuramente percepiscono. E apprezzano. Talmente forte l’emozione di dover dare addio ad una professione tanto amata e svolta con così forte passione che Russo non riesce a trattenerla. Tradito dall’emozione già dal suo elegante incipit, il giornalista crolla nei saluti finali dove inizia a piangere mentre ringrazia ascoltatori e colleghi nelle battute finali. "Ringrazio tutti i meravigliosi ascoltatori che anche questa volta mi hanno seguito. Vi porterò sempre nel mio cuore. Questa è la nostra ultima telecronaca per la Rai, che però è terminata". La voce rotta, i singhiozzi che si susseguono, il telecronista riesce a fatica a chiedere una licenza allo studio. Premiato con una targa ricordo Russo ricorda: "Le prime radiocronache non essendo ancora in Rai, sono state difficili. In quegli anni la Rai aveva l’esclusiva per le partite e quindi era l’unica a poter commentare la diretta della partita intera, agli altri cronisti (ho lavorato a Radioroma e sedici anni per Teleroma56) era consentito un massimo di tre minuti. Era addirittura difficile entrare in campo quindi, o cercavi di farti accreditare da qualche amico per avere l’accesso, oppure (ride ndr), le primissime partite io le ho fatte sopra agli alberi fuori dall’Olimpico o sui balconi di qualche casa adiacente allo stadio dove si giocava l’incontro. Sono entrato in Rai nel ’94 con contratti a termine mentre nel ‘98 sono approdato alla redazione sportiva. E’ stato molto difficile non commuovermi ieri. A dire la verità, non so come ho fatto a reggere fino all’ultimo. Ho sentito molto calore da parte di tutti, allo stadio Picchi c’erano addirittura dei led che si illuminavano con il mio nome. Per fortuna i sei goal del Livorno non mi hanno dato il tempo di pensare molto. L’accordo era che mi avrebbero dovuto passare la linea e solo successivamente dire qualcosa sul mio ultimo collegamento invece mi hanno prima ringraziato e poi passato la linea. Nonostante sia riuscito ugualmente a fare il commento della partita, all’ultimo, sono crollato. Fai l’inviato cammini, cammini e non ti fermi mai…ma la mia carriera è stata sempre votata unicamente al riguardo per le persone che mi hanno seguito negli anni. Il sostegno che ho percepito ieri e che contino a sentire, è la dimostrazione che ho centrato l’obiettivo: ho rispettato la gente che mi ha seguito. Sono contento di aver finito la mia carriera a Livorno. Nel 2011 un’ora prima della partita Livorno Nocerina venni colto da un ictus. Passai cinque giorni tra la vita e la morte e dopo un periodo breve di riabilitazione ripresi le telecronache proprio a Livorno. Sono contento di aver chiuso la mia carriera, ieri, in questa città e di aver fatto conoscere la mia umanità a chi conosceva la mia professionalità. Oggi ho l’ultimo radiogiornale alle 13.30 su Rai radio2. La mia pensione inizia ufficialmente il 15 giugno 2015. Siccome ho otto mesi di ferie arretrate, da oggi sono in vacanza!". Ieri dopo 42 anni di carriera a raccontare pedate, gol e barbe al palo in giro per gli stadi italiani, cuffia e microfono in mano, ha terminato l’onorata carriera. Dopo quarantadue anni, Russo, considerato il giornalista con il maggior numero di radiocronache all’attivo (oltre 4000) lascia i microfoni della trasmissione radiofonica più celebre della storia del calcio italiano. Nato a Roma nel 1950 a soli 18 anni comincia a scrivere per il bisettimanale Record, poi diventato il Corriere Laziale e collabora alle prime radio private romane sin dal 1974. Con Roma video blu inaugura le televisioni libere della capitale passando, nel tempo, a Pts, Teleregione, Canale 7, Canale 66, Teletevere, Teleroma 56. Con quest’ultima lavora per 16 anni, facendo tutte le radio-telecronache esterne di Lazio e Roma. Per anni collabora con il gruppo Corrieri e Gazzette: è prima redattore del Corriere dell’Umbria e del Corriere di Viterbo e poi caporedattore del "Corriere di Civitavecchia e Roma Nord. Nel 1994 entra in Rai diventando, successivamente, inviato fino al 2014. Ma l’amore per il proprio lavoro, d’altronde, non potrà mai andare in pensione. E la sua voce ricordata per sempre da generazioni di appassionati radio-amatori.“Ugo Russo non è riuscito a chiudere il suo commento a Livorno-Trapani, sopraffatto dall’emozione della sua ultima radiocronaca. Questo è il succo del nostro lavoro: un’incomparabile passione” ha commentato Riccardo Cucchi, altra voce storia di Tutto il calcio minuto per minuto. “Il pianto in diretta del nostro Ugo Russo per la sua ultima radiocronaca. La Radio o si ama o non si ama. Punto” ha twittato Giulio Delfino. (R.R. per NL)
 
 

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