La Rai non è certamente in forma dal punto di vista economico. Ma questa non è certo una novità.
Stando al suo piano industriale ufficiale (reperibile al seguente link www.mcreporter.info/documenti/rai_pianoind08-10.pdf) spende il 64% dei ricavi per acquistare programmi e fictions. E’ proprio questo continuo ricorrere a fornitori esterni (principalmente case di produzione come Endemol & Magnolia) che pone seri dubbi sulla tenuta dei conti della Rai nel futuro. Come fa notare il Corriere nella pagina dedicata all’economia, ormai la Rai produce tutta la sua offerta attraverso fornitori esterni e tale spesa non sarà abbassata nel prossimo triennio (2008-2010). In sostanza, la Rai non produce ricchezza interna ma fa solo la felicità delle case di produzione. Il rischio è che l’azienda arrivi ad una posizione finanziaria negativa di 500 milioni di euro a fine 2010. Insomma una piccola Alitalia anche se la struttura finanziaria della Rai è ancora abbastanza solida. Leggendo il piano industriale della Rai, emergono spontanei alcuni spunti di riflessione: – La tv generalista in Italia conta molto più che nel resto d’Europa; – Il digitale terrestre non è questo gran successo (il rapporto decoder acquistati e fruibilità dei canali ancora molto basso) ma la Rai continua a crederci e a incentivarlo; – La Rai sta perdendo pubblico giovane che migra ad internet; – In Italia c’è il maggior tasso di evasione del canone televisivo (oltre il 20%). Interessante la soluzione greca di inglobarlo nella bolletta telefonica, con il rischio che chi non paga si vede “tagliare” del tutto la corrente. Con questo sistema, in Grecia, si è arrivati ad un livello di evasione pari a zero. Ci si potrebbe pensare. (M.P. per NL)