La diversificazione della radiofonia Rai avra’ un senso solo se si trattera’ di qualificare distintamente per genere e missione i canali radio del servizio pubblico.
Una cosa e’ integrare l’offerta, altra cosa e’ spacchettare la testata del giornale radio per creare poltroncine di scambio, per effetto dell’inevitabile aumento dei posti di vertice. Non serve ne’ alla ricchezza editoriale ne’ ai bilanci della Rai". Lo sostiene la Fnsi in una nota a proposito del Giornale Radio Rai. "La preoccupazione dell’Usigrai e dell’assemblea del giornale radio, che ha proclamato lo stato di agitazione permanente, trova la sensibile condivisione della Fnsi", aggiunge la nota. Il sindacato nazionale dei giornalisti ritiene "essenziale un piano industriale ed editoriale capace di far tesoro dei valori professionali di un giornalismo radiofonico di eccellenza. Aumentare e diversificare l’offerta dell’informazione e’ possibile in un’ottica di integrazione che appare assolutamente naturale, oltreche’ decisiva per il rilancio della radiofonia pubblica, cui, per altro verso, il CdA dell’azienda fa sapere di volersi orientare". Per la Fnsi "e’ percio’ necessario che gli atti conseguenti siano coerenti e, di conseguenza, in grado di conferire il massimo valore, traendone il massimo di risultati nel recupero del pubblico, al patrimonio professionale e organizzativo della radiofonia Rai". (AGI)