da www.affaritaliani.it
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Tanto tuonò che alla fine non piovve. L’attesa riunione del cda della Rai non si è nemmeno tenuta. Tanto che il consiglio è stato aggiornato a martedì prossimo, dopo un vertice informale. Summit nel quale – secondo quanto risulta ad Affari – sono emerse le divisioni tra i consiglieri del Centrosinistra e quelli della CdL. Questi ultimi (Giovanna Bianchi Clerici, Gennaro Malgieri, Marco Staderini, Giuliano Urbani e Angelo Maria Petroni) si sono opposti a qualsiasi ipotesi di cambiamenti ai vertici dei Tg e delle testate. Sull’altro fronte gli uomini dell’Unione (il presidente Claudio Petruccioli, Alessandro Curzi, Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni) che, pur non facendo nomi, hanno chiesto la testa del numero uno di RaiUno, Fabrizio Del Noce, e in particolare del direttore del Tg1 Clemente Mimun.
Ma la maggioranza del cda, compreso il consigliere dell’Udc Staderini, che pur alla vigilia sembrava propenso ad accettare le modifiche volute dall’Unione, ha opposto un fermo no. “Sono arrivate pressioni dall’esterno… basta guardare le ultime dichiarazioni di D’Alema. Ma noi restiamo sulla nostra posizione. Il consiglio è autonomo e non si lascerà influenzare”, assicura ad Affari un membro del cda di area Centrodestra. I nomi sui quali puntano i consiglieri vicini all’esecutivo sono Gianni Riotta per il Tg1 e Paolo Ruffini per la prima rete. Ma l’impasse rischia di durare a lungo, anche perché la CdL è convinta che il ministero dell’Economia non potrà sostituire il consigliere Petroni, nominato mesi fa da Giulio Tremonti. Quindi si tratta di una situazione di stallo, con la maggioranza di Centrosinistra che vorrebbe rivoluzionare i vertici della tv di Stato, che però è minoranza all’interno del consiglio di amministrazione. A questo la battaglia è destinata a durare a lungo. L’unico cambiamento imminente potrebbe essere quello a RaiNews24, dove il direttore Roberto Morrione (area Ds) è andato in pensione a giugno.
Al momento i consiglieri vicini all’Unione non hanno lanciato alcun attacco a RaiDue, dove restano confermati Antonio Marano (Lega) alla rete e Mauro Mazza (An) al Tg2. La priorità – spiegano nei Palazzi romani – è il primo canale. Inutile aprire troppi fronti, è il ragionamento della Quercia e della Margherita, considerando l’attacco dei cespugli dell’Unione e la minoranza in seno al consiglio di amministrazione. Nel frattempo Angelo Maria Petroni è stato ricevuto a Palazzo Chigi. Quasi certamente il governo tenterà di sondare la disponibilità del consigliere a dimettersi, anche se l’ipotesi appare del tutto improbabile. I tecnici e i legali contattati dal Centrodestra assicurano infatti che Petroni, legge alla mano, può restare in carica fino alla scadenza naturale del cda, il 2008. Quindi anche questo tentativo dell’esecutivo è destinato a fallire.