Assieme alla nuova interfaccia, BigG ha anche annunciato l’ingresso di nuovi fornitori di contenuti professionali nel proprio circuito.
Per l’Italia sono RAI e La7 i due nomi più importanti che offrono parte dei loro programmi su GoogleTube: grazie all’apertura di un account director, le due aziende hanno ora un proprio canale con grafica personalizzata che progressivamente popoleranno con le trasmissioni TV di oggi e di ieri.
Ma non è certo una novità l’uso di YouTube in Italia per fare “broadcasting”. Da tempo lo utilizzano nomi come Beppe Grillo e Antonio di Pietro, esempi di coloro che scelgono di utilizzare il portale come un vero e proprio canale televisivo, come spiegato da Google stessa in conferenza stampa.
Tra le aziende che all’estero hanno aderito alla nuova piattaforma ci sono France 24, Antena 3, BBC e importanti squadre di calcio europee: Milan, Chelsea, Barcellona, Real Madrid. Ci sono anche interessanti servizi di news, come la versione localizzata dei servizi in onda sul canale satellitare Euronews.
“Tra le motivazioni che hanno spinto RAI a creare un proprio branded channel su YouTube vi sono il desiderio di generare maggiore interesse verso i nostri contenuti web” spiega Alberto Contri, direttore generale di RaiNet: l’obiettivo della TV di stato è “incrementare l’audience sul grande schermo, soprattuto per quel target più giovane, oggi anche più lontano dalla televisione generalista”.
Dello stesso avviso Lillo Tombolini, coordinatore processi editoriali di La7: “l’accordo si basa su un mutuo scambio che garantisce a La7 un incremento di visibilità, un allargamento del target e la possibilità ai nostri sponsor di essere presenti nei clip video”.
Cosa ci guadagna BigG lo spiega ancora Tombolini: “questo accordo permette a YouTube di avere contenuti originali e di alta qualità. In questa prima fase promozionale – prosegue – ci aspettiamo un crescente numero di streaming dei video presenti ed un ritorno di utenza sui contenuti correlati di la7.it”.
Luca Conti, esperto di nuovi media, ne parla sul suo blog: “Lo stesso ragionamento – piattaforma tecnologica gratuita, pubblico nuovo, maggiore esposizione del marchio – è alla base degli accordi”. Youtube diviene cioè uno strumento “per drenare traffico sulle pagine della propria offerta online”.
La notizia dello sbarco RAI su YouTube è stata accolta con soddisfazione dai navigatori: la TV di stato mostra molto interesse per la rete, ed i fatti degli ultimi giorni dimostrano anche una certa attenzione per i desideri e le esigenze dei navigatori. Ciò detto l’intera operazione va letta alla luce delle considerazioni fatte da molti sul web: lo scopo è pubblicizzare i propri spazi “ufficiali”, non “sdoganare” il video portale che fa capo a BigG.
Così si spiega forse anche la scelta RAI di impedire l’embedding dei suoi video: al posto del consueto codice accanto a ciascun filmato, si legge un laconico “Embedding disabled by request”. Situazione analoga se si prova ad includere contenuti sul proprio blog, magari attraverso qualche espediente o con qualche plugin specifico per le più note piattaforme.
Eppure qualcuno si domanda se sia giusto impedire la fruizione libera di questo materiale sulla rete, per altro già presente in quantità considerevoli. I cittadini non hanno già pagato questi contenuti col canone? RAI con buona probabilità non sarà d’accordo su questo punto.
Luca Annunziata