RAI. E’ giorno della spartizione: partiti e correnti cercano il ‘giusto’ equilibrio

(ADUC) – Oggi potrebbe essere la giornata delle prime nomine ai vertici della Rai. Il direttore generale Mauro Masi si e’ infatti impegnato a proporre nell’odierna riunione del Cda di viale Mazzini, convocato alle 14, le nomine di quattro vicedirettori generali, del direttore di Raiuno e di quello del Tg1 (quest’ultimo rimasto senza direzione dopo la nomina di Gianni Riotta a direttore del quotidiano ‘Il Sole 24 ore’).

L’urgenza di queste nomine e’ stata giustificata ‘dall’emergenza in cui versano la direzione del Tg1 e di Raiuno’, mentre Masi rimanda a una nuova riunione del Cda la definizione di altri incarichi di responsabilita’ nell’azienda e nelle diverse testate giornalistiche… Le indiscrezioni della vigilia danno per scontata la nomina di Augusto Minzolini (cronista politico della ‘Stampa’ il cui nome era circolato anche per la direzione del quotidiano ‘il Giornale’) alla direzione del Tg1. Per Raiuno la scelta cadrebbe su Mauro Mazza, direttore uscente del Tg2, anche lui ritenuto di area governativa.  Si vocifera che la direzione del Tg2 verrebbe presa ad interim da uno dei vicedirettori ma non si esclude una nomina ad hoc che potrebbe arrivare gia’ oggi: la scelta sarebbe orientata su Mario Orfeo, quarantenne direttore del quotidiano napoletano ‘il Mattino’.  Sembrerebbe tutto deciso anche per i vicedirettori generali. Non mancano contrasti nel Partito Democratico per le nomine nella riserva di Rai3. Le anime del principale partito d’opposizione litigano sul direttore del Tg3, alcuni vorrebbero confermare Antonio Di Bella, altri preferirebbero la nomina di Bianca Berlinguer. Sembra scontata, invece, la permanenza di Paolo Ruffini alla direzione di Rai 3. Data per sicura la conferma di Giancarlo Leone, verrebbero nominati Lorenza Lei, Gianfranco Comanducci e Antonio Marano che manterra’ anche l’interim di Raidue. I vicedirettori, si fa sapere da viale Mazzini, avranno ‘deleghe organizzative e istruttorie’. Una protesta per il metodo seguito dal direttore generale Masi e’ stata avanzata dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che ha inviato una lettera al capo dello Stato per segnalare ‘la preoccupazione che le scelte dei nuovi vertici delle testate possano non assicurare imparzialita’ e pluralismo, prerogative proprie del servizio pubblico’. Questa iniziativa non e’ piaciuta a Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl: ‘Ci sono vuoti in organico, Riotta si e’ dimesso, perche’ i vertici della Rai nella pienezza dei loro poteri non dovrebbero fare le nomine? Ci sono tutte le condizioni per farle. Quella dell’Usigrai e’ una sorta di intimidazione molto grave’. Il presidente Giorgio Napolitano ha deciso di rispondere alle preoccupazioni manifestate dall’Usigrai. Ieri, in tarda serata, una nota del Quirinale ha fatto sapere che per il presidente della Repubblica le preoccupazioni sul pluralismo dell’informazione espresse dall’Usigrai ‘non possono che essere rappresentativamente discusse in sedi politiche ed eventualmente in Parlamento, nel quale opera una specifica Commissione di Vigilanza sul sistema radiotelevisivo pubblico’. L’indicazione data da Napolitano e’ gia’ stata formalmente seguita. Nei giorni scorsi la Commissione parlamentare di Vigilanza presieduta da Sergio Zavoli ha svolto un’audizione sulla situazione del servizio pubblico con il neopresidente Paolo Garimberti e il direttore Mauro Masi. In quella occasione, proprio Garimberti aveva preso le distanze dalle numerose indiscrezioni sulle nomine ai vertici dell’azienda che sarebbero state decise – secondo alcuni parlamentari dell’opposizione – a Palazzo Grazioli, residenza privata del premier Berlusconi.. ‘Non ho smentito, perche’ non smentisco l’ovvio – aveva spiegato il presidente della Rai – ma come ho gia’ detto in Cda, finche’ saro’ seduto sulla sedia di presidente le nomine si fanno in Consiglio. E intendo mantenere questo impegno’. Oltre che all’Usigrai, non piace neppure a Dario Franceschini, segretario del Pd, il metodo usato da Masi: ‘Non ho mai visto fare delle nomine Rai che incidano direttamente sul sistema dell’informazione in piena campagna elettorale e in par condicio. Il semplice buon senso dovrebbe portare a rinviare tutto a dopo le elezioni europee’. E’ critico pure Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che punta l’indice sul Cda della Rai: ‘Se il buon giorno si vede dal mattino, il presidente Garimberti e il direttore Masi stanno azzerando la propria credibilita’: non possono accettare qualche indicazione fotocopiata’. L’Usigrai, con un telegramma, ha chiesto a Zavoli ‘un’urgente audizione’ presso la Commissione parlamentare di Vigilanza. Lo stesso Zavoli ci ha tenuto a precisare che ‘il lotto delle prime nomine conferma l’intento di conferire al problema una soluzione che non tiene conto della ricchezza culturale dell’azienda e del paese’.
 

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