(Adnkronos/Ign) – Rush finale sulle nomine Rai. La partita potrebbe sbloccarsi prima delle europee. Dopo aver affrontato il dossier Sky in vista della scadenza a fine luglio del contratto che lega Raisat alla piattaforma satellitare, il Consiglio di amministrazione dell’azienda di viale Mazzini, convocato per domani alle 14, potrebbe dare già il via libera a una prima tornata di nomine.
Secondo le ultime indiscrezioni, con molta probabilità, alla vigilia del rinnovo del Parlamento di Strasburgo, dovrebbe sciogliersi per primo il nodo dei vicedirettori generali con l’indicazione dei quattro vice di Masi. Restano, infatti, alte le quotazioni di Lorenza Lei, Antonio Marano, Gianfranco Comanducci e Giancarlo Leone (per quest’ultimo sarebbe una conferma). In un secondo momento si parlerà invece delle deleghe da assegnare. Diversa, invece, la situazione per il vertici delle reti e delle testate principali Rai. Si prefigurerebbe una ‘nomina in due tempi’: domani ci dovrebbe essere il via libera per la direzione del Tg1 e della Rete uno. Mentre il Cda si limiterebbe ad aprire un confronto per ulteriori approfondimenti sulle altre nomine da fare. Come tradizione, il primo ostacolo da superare per comporre il puzzle di viale Mazzini è il Tg1. I nomi in ballo restano quelli circolati nei giorni scorsi. Per la successione di Gianni Riotta al Tg1 sembra ormai certo l’inviato della ‘Stampa’ Augusto Minzolini. Mentre l’attuale direttore del Tg2, Mauro Mazza, andrebbe alla guida della Rete uno. Tutto da vedere, invece, per le altre poltrone in ballo. Resta in pole position l’inviata del Tg1 Susanna Petruni alla guida della Rete Due. Il direttore del ‘Mattino’, Mario Orfeo, continua ad essere favorito per la direzione del Tg2 al posto di Mazza. Riguardo la terza rete, dovrebbero essere confermati Paolo Ruffini al timone di Rai3 e Antonio Di Bella al Tg3. Insorge l’opposizione. E’ ”preoccupato" Massimo D’Alema. L’ex ministro degli Esteri intravede rischi per la democrazia e attacca Silvio Berlusconi per il suo ”monopolio del potere che gli ha fatto perdere il senso del limite”. Il presidente di ‘Italianieuropei’ parla della ”vicenda interminabile della Rai” dove ”non si può diventare direttore di un telegiornale senza il placet del presidente del Consiglio”. ”La questione Rai è un tassello di un problema generale – afferma -. Siamo di fronte allo strapotere di un uomo, un senso di onnipotenza…”. “Evidentemente contano più gli equilibri all’interno del Pdl che le esigenze di funzionalità del servizio pubblico. Se il buon giorno si vede dal mattino, Garimberti e Masi stanno azzerando la propria credibilità", denuncia il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. "Lascia stupiti l’uscita del presidente Casini. Il presidente della Rai Garimberti e il direttore generale Masi si muovono unicamente nella logica di rilanciare un’azienda pubblica che è stata lasciata in stato quasi comatoso dalla gestione disastrosa della sinistra”, replica Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il sindacato dei giornalisti Rai, intanto, ha "chiesto con un telegramma al Presidente Sergio Zavoli un’urgente audizione presso la Commissione Parlamentare di Vigilanza”. L’Usigrai esprime preoccupazione “per le interferenze esterne sulle nomine Rai". Lo stesso Zavoli sottolinea che "il lotto delle prime nomine conferma l’intento di conferire al problema una soluzione che non tiene conto della ricchezza culturale dell’azienda e del Paese. Il mio richiamo alla necessità e al dovere di rispettare il pluralismo, ribadito al termine della recente audizione, si ripropone dunque in termini ancor più stringenti”.