«Fermo restando il diritto di critica che anche il Cdr continuerà ad esercitare e forti delle denunce effettuate non possiamo assolutamente accettare processi sommari a singoli colleghi e liste di proscrizione corredate di foto segnaletiche che ricordano tempi cupi. Non è così che si risolvono i problemi della nostra testata».
Il comitato di redazione del Tg1 ha risposto così, in una nota, ad un articolo comparso ieri sul Fatto Quotidiano, dal titolo «La carica dei Minzoboys giornalisti allineati e in carriera». Una nota dalla quale in serata ha preso le distanze uno dei componenti del Cdr, Attilio Romita. «Il comitato di redazione – spiega ancora la nota – da sempre denuncia la linea del direttore Minzolini, più politica che editoriale, che spesso ignora le notizie e schiera il giornale a favore di una parte politica, venendo meno così ai doveri del rispetto del pluralismo, della correttezza dell’informazione e del servizio pubblico e che ha fatto perdere credibilità a ascolti al nostro telegiornale». Ma, sull’articolo del Fatto il Cdr dice: «Non è così che si risolvono i problemi della nostra testata. Il Tg1 ha una grande storia che il Cdr ha il dovere di tutelare anche da operazioni confuse e superficiali che sembrano dettate da altri interessi e che di certo non contribuiranno alla nostra rinascita nel dopo Minzolini. Oltretutto l’autore del pezzo sembra dimenticare le responsabilità della catena di comando del Tg1 e quelle dei vertici aziendali a cui a più riprese abbiamo chiesto di intervenire per rilanciare la testata. Continueremo a respingere al mittente le offese personali e i giudizi sommari sui colleghi così come doverosamente continueremo a chiedere al direttore una linea editoriale degna del Tg1». Uno dei componenti del Comitato di redazione, Attilio Romita, si dissocia in serata dalla nota dei colleghi: «Il comunicato del Cdr sui colleghi fatti oggetto di giudizi pesanti da parte di Paolo Ojetti sul Fatto quotidiano quotidiano di oggi è, per quanto mi riguarda, condivisibile soltanto nella parte in cui si tenta timidamente di ottemperare al dovere di tutela delle loro professionalità. Tutto il resto non è da me condiviso. Pertanto il comunicato del Cdr va considerato firmato solo da Simona Sala e Alessio Rocchi». (ANSA)