Il cda della Rai ha dato il via libera unanime ad una diffida al ministero dello Sviluppo Economico per il pagamento di circa un miliardo e trecento milioni di euro che costituisce la differenza tra quanto incassato dal canone e quanto speso per prodotti di servizio pubblico tra il 2004 e il 2010.
Il d.g. ha chiesto la presa d’atto del cda della lettera per il recupero dei corrispettivi dovuti in base alla legge vigente. I consiglieri hanno dato il loro via libera all’unanimità. Sulla base dei dati certificati di contabilità separata dal 2005, risulterebbe dovuta una somma di vicina al miliardo e trecento milioni di euro. Secondo gli amministratori Rai, il ministero avrebbe assicurare copertura per legge gli obblighi di servizi pubblico, finanziati di fatto anche da fonti extra-canone. ”Molto bene hanno fatto il direttore generale Lorenza Lei e il Cda ad aver proposto ed approvato la diffida al Ministero dello Sviluppo economico sulla questione del canone. Ci sentiamo idealmente partner di questa iniziativa", ha dichiarato in una nota il segretario dell’Usigrai, Carlo Verna. ”Il tema – ha proseguito Verna – lo sollevai con forza nel corso dell’audizione in Vigilanza circa un anno e mezzo fa, sostenendo che non vi fossero, senza garanzie di effettiva corresponsione delle somme dovute, le condizioni per firmare il contratto di servizio. Dobbiamo anche un ringraziamento al consigliere Antonio Verro per la difesa dei finanziamenti a Rai international e alle trasmissioni per le minoranze linguistiche”. ”Infine – ha concluso Verna – le straordinarie sulla morte di Gheddafi, le proteste di sabato (quando peraltro fecero molto bene Rainews, la radio e il Tg3) sono servite. Stavolta risposte adeguate di tutti, anche di chi non fu messo in condizioni di darne qualche giorno fa”. (fonti ANSA e Adnkronos)