"Ora Lorenza Lei se ne deve andare e con lei, il prima possibile, un consiglio di amministrazione che, nonostante gli sforzi del Presidente, si è dimostrato incapace di assumersi la responsabilità di condurre la Rai oltre la crisi propria e del paese, utilizzando il diverso clima creato dal governo Monti, e che invece si e’ annodato intorno a vecchie logiche di maggioranza e di spartizioni di posti senza alcuna considerazione professionale".
Lo afferma, in una nota, il consigliere di amministrazione della Rai Giorgio Van Straten, aggiungendo di aver chiesto in Cda l’apertura di un procedimento sulla Lei, "ai sensi del codice etico"."L’errore più grave della mia vita professionale è stato votare Lorenza Lei come direttore generale della Rai. Avevo sperato – sottolinea Van Straten – che un dirigente interno avrebbe tutelato l’autonomia dell’azienda, e invece Lorenza Lei si è dimostrata subalterna alla volontà della maggioranza di centrodestra anche dopo la caduta del governo Berlusconi". "La situazione che si è determinata per la forzatura di ieri è talmente grave da non consentire ulteriori indugi, nè procedure complesse, come quando votammo con un referendum la sfiducia a Mauro Masi. Per esternare la nostra valutazione sul capo azienda, primo responsabile di quanto accaduto ieri, che finisce col danneggiare anche i professionisti nominati, dobbiamo fare in maniera diversa. Intanto è il sottoscritto segretario a nome di tutti i giornalisti a dichiarare formalmente che nessuna fiducia è più possibile nell’operato di Lorenza Lei", afferma, in una nota, il segretario dell’Usigrai, Carlo Verna. "Vorrei che in Rai fosse ristabilita la civiltà della democrazia". E’ con queste parole che Nichi Vendola, leader di Sel e presidente della Regione Puglia, ha commentato le nomine di ieri in Rai. Quella di ieri, per Vendola, "è una giornata di cui vergognarsi, un altro episodio di vandalismo concentrato e violenza istituzionale che esprime una concezione mafiosa del servizio pubblico. Si trasforma così la Rai in lotti di sottogoverno. La decisione assunta dal cda merita una reazione non solo della società civile e culturale, ma anche del governo per consentirgli di dare prova della propria qualita’ di classe dirigente". Parla di "nomine illegali" l’Idv. Lo affermano, in una nota, il portavoce del partito Leoluca Orlando e il senatore Elio Lannutti, sottolineando come sia risultato "decisivo il voto del consigliere in quota Pdl, Antonio Verro, che nella stessa seduta risultava anche essere parlamentare, e questo – aggiungono i due parlamentari – ha evidenziato un palese quanto vergognoso conflitto d’interessi". "Agiremo immediatamente – annunciano Orlando e Lannutti – presso le sedi competenti impugnando la decisione del vertice dell’azienda pubblica.Inoltre, promuoveremo una class action per difendere il diritto dei cittadini che pagano il canone ad avere un servizio pubblico degno di tale nome e per chiedere conto, all’attuale direttore generale, dei danni provocati dalla sua disastrosa gestione dell’azienda. ”Infine, facciamo appello al presidente del Consiglio Mario Monti, ed al ministro Corrado Passera – concludono Orlando e Lannutti – affinché intervengano al più presto con una riforma della governance che faccia fuori i partiti dall’azienda prima che questa, patrimonio inestimabile del Paese e piena di ottime professionalità, sia distrutta completamente”. (Adnkronos)