(Ansa) – Silvio Berlusconi torna ad occuparsi della Rai. Prima punta il dito contro il servizio pubblico sostenendo che la Rai "é l’unica tv di Stato che attacca il governo in carica", poi respinge al mittente l’ipotesi circolata in questi giorni di Giuliano Amato nel ruolo di presidente di Viale Mazzini.
"Sono sicuro che non esiste questa possibilità", ha risposto il premier circa l’ipotesi di una indicazione del nome di Amato. Amato "non ha nessuna intenzione di venir meno" all’impegno da poco assunto di presidente della Treccani, ha spiegato il Cavaliere che ha chiosato: "Quindi è escluso". Il capitolo della presidenza rimane ancora aperto e non ci sarebbe quindi l’accordo per portare martedì pomeriggio il nome in sede di nuova convocazione dell’assemblea dei soci Rai. Il nome, ufficialmente, deve essere l’azionista Ministero del tesoro a farlo e poi sarà la commissione di Vigilanza a ratificarlo con maggioranza bipartisan di due terzi. Quindi senza l’accordo preliminare non ci può essere nessuna ratifica e per averlo bisogna aspettare almeno fino a martedì mattina. Se al momento il Pd continua ad insistere sulla riconferma di Claudio Petruccioli, il clima politico non è dei migliori ed oggi è stato lo stesso premier ad agitarlo. Berlusconi ha chiesto "un minimo di benevolenza, nell’interesse di tutti" agli operatori dei media, visto che "é dannoso, e vorrei dire una parola più dura ma non la dico, per gli interessi di tutti noi il fatto che ci siano dei media che raccontano di una crisi che è pesante, certamente, ma non é tragica o definitiva". E parlava della tv pubblica. Dura la reazione dell’Usigrai: "Ci sentiamo assediati", dice il segretario Carlo Verna. "Difenderemo la nostra autonomia – aggiunge – e con essa tutte le prerogative, sotto attacco, dei poteri di controllo". L’Udc Lorenzo Cesa sostiene: "Con queste dichiarazioni eviti di crearsi un alibi per progetti di espansione sulle diverse piattaforme televisive che secondo voci sempre più insistenti si appresterebbe a sollecitare a Mediaset, con buona pace dei nuovi vertici Rai". Per l’Idv Giuseppe Giulietti "il proprietario di Mediaset ci ha fatto sapere che, nei prossimi giorni intende eliminare anche le ultime diversità sopravvissute e procedere alla costruzione del polo unico Raiset, dal quale saranno espulsi tutti i temi ed i soggetti a lui sgraditi". Dal Pd il capogruppo in vigilanza Fabrizio Morri chiede al premier di lasciar "stare la Rai, si lascino stare i media che fanno il loro mestiere e si smetta di sottovalutare la gravità della crisi, come fin qui è stato fatto proprio dal governo". Giorgio Merlo, vicepresidente della stessa commissione spiega: "l’unico appuntamento che conta per la Rai è quello di avere un vertice aziendale e una guida editoriale autorevole, imparziale e trasparente". Per questo a suo avviso le nomine dei vertici di viale Mazzini sono decisive "alla luce delle dichiarazioni di oggi del Premier, per continuare a garantire un’informazione libera nel nostro paese. Su questo – conclude Merlo – il Pd, innanzitutto, non potrà che essere intransigente e netto. Nel rispetto della legge vigente ma soprattutto nella scelta di una dirigenza con la schiena dritta".