"Su molti quotidiani e sulle agenzia stampa, da qualche giorno a questa parte la RAI è sottoposta, mai come prima, ad una serie di violentissimi attacchi da parte politica e da parte di potentati finanziari, che la vorrebbero annientare in quanto Servizio Pubblico Radiotelevisivo".
Lo rileva in una nota la Segreteria Nazionale del sindacato Libersind Confsal. "Il paragone con la TV pubblica Greca, l’ipotesi di una privatizzazione totale per fare cassa e ripianare i conti dello Stato, la polemica sulla liceità del conferimento del canone TV alla sola RAI, sono inquietanti segnali del rischio di un concreto ridimensionamento della nostra azienda, con tutto ciò che ne consegue in termini occupazionali e contrattuali", sottolinea l’ente esponenziale, che continua: "Ma quello che risulta inaudito ed inaccettabile è che siano proprio i sindacati confederali a partecipare con slancio alla corsa al ridimensionamento della RAI ed al peggioramento contrattuale per i suoi lavoratori. Infatti, a nemmeno 24 ore dall’annuncio che la FRT (Federazione Radio Televisioni) darà vita, insieme alla RAI, ad una nuova associazione datoriale di categoria istituito presso Confindustria, la Fistel-Cisl, con il comunicato qui di seguito allegato e visibile anche in rete all’indirizzo http://www.tibercms.com/fistel/img/comunicati/comunicato_fistel_frt.pdf, comunica la netta volontà di giungere al più presto al contratto unico dell’emittenza nazionale, ovvero il contratto unico per RAI, Mediaset, Sky, La 7 e quanti altri. Ora, a parte l’inevitabile processo di “armonizzazione tra contratti” necessaria per giungere ad un unico contratto collettivo di lavoro, che trascinerà inevitabilmente verso il basso la retribuzione dei dipendenti della RAI (successe esattamente così per i lavoratori Telecom quando CGIL CISL e UIL fecero l’armonizzazione del contratto TLC ), la questione più grave è che con tale processo di “normalizzazione” la RAI viene derubricata da Servizio Pubblico Radiotelevisivo a semplice Radiotelevisione alla pari dell’emittenza commerciale. Con questo meccanismo, nel 2016, quando lo Stato dovrà rinnovare la concessione al Servizio Pubblico Radiotelevisivo, sarà gioco facile dimostrare che il canone TV non debba andare univocamente alla RAI bensì a tutto il comparto dell’emittenza. Appare con estrema chiarezza adesso quale in realtà sia stata la “Mission” che il precedente disastroso “Governo dei Tecnici” ha affidato ai vertici della RAI e cioè quella di ricondurre, con la compiacenza evidente del sindacato confederale, la nostra azienda alle dimensioni ed ai costi dell’emittenza privata operando, sul fronte del costo del lavoro, con il contratto unico dell’emittenza e sul fronte della riduzione degli organici con i licenziamenti collettivi tramite la legge 223/91, che la RAI si appresta a fare con l’accordo che il Libersind Conf.sal ha dichiarato di non voler sottoscrivere. Facciamo appello allo Snater, l’altro sindacato autonomo RAI, affinché con u n colpo di dignitoso carattere si sottragga al tranello e non si riduca a fanalino di coda di coloro i quali non perdono occasione per svilire le peculiarità della RAI Servizio Pubblico Radiotelevisivo e di chi vi lavora", conclude il sindacato di categoria. (M.L. per NL)