Le "schede-proposta" dei programmi devono essere "complete dei dati e delle informazioni necessarie" e "coerenti con i palinsesti approvati", se i programmi non saranno "integralmente corrispondenti alle schede", "il programma potrà essere sospeso d’ufficio".
E’ uno dei passaggi chiave del documento che il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ha inviato ai direttori di rete e testata e per conoscenza ai vice direttori generali Gianfranco Comanducci, Lorenza Lei, Giancarlo Leone e Antonio Marano. Nel documento, quattro punti, tra l’altro si rinnova il richiamo fatto già da Cappon e Cattaneo sul fatto che il pubblico non può essere utilizzato come ‘parte attiva’ del programma. Il Dg sottolinea che "si registra sempre con maggiore frequenza il mancato inserimento nelle schede proposta programmi degli elementi costitutivi e, in particolar modo, si registra l’incompletezza relativa alla sinossi ed alle connesse informazioni editoriali sul programma da realizzare e/o da acquistare". Quindi, Masi chiede la completezza delle schede "con l’obiettivo di evitare che l’incompletezza o l’assenza delle informazioni richieste possa comportare la mancata approvazione delle medesime". "E’ inutile sottolineare che le schede devono essere puntualmente ed integralmente coerenti con i palinsesti approvati (peraltro all’unanimità) dal consiglio di amministrazione", sottolinea Masi. Il punto due del documento è quello più esplicito: "E’ inoltre da precisare che la realizzazione concreta dei programmi dovrà poi essere integralmente corrispondente alle schede approvate. In caso contrario il programma potrà essere sospeso d’ufficio". Masi poi richiama un "concreta e fattiva attenzione per il rispetto delle fasce orarie di tutela dei minori", spiegando che "anche in questo caso nell’ipotesi di ripetute ed acclarate violazioni, si potrà procedere d’ufficio alla sospensione del programma interessato". Infine, il punto quattro, dedicato al pubblico in studio e agli applausi: "Come già dichiarato più volte, sia dalla scrivente direzione, che dal direttore generale Cappon che dal direttore generale Cattaneo, a partire dal prossimo palinsesto autunnale nei programmi di approfondimento non dovrà essere consentito l’utilizzo del pubblico presente in sala come ‘parte attiva’ del programma stesso". Nella seduta odierna il Cda Rai ha approvato all’unanimità una delibera in cui dà mandato al dg "di garantire nel settore dell’informazione il rispetto della normativa vigente su pluralismo, contraddittorio e completezza dell’informazione". Immediate le reazioni alla circolare di Masi peraltro già annunciata sul sito di Articolo 21 dal portavoce dell’associazione Giuseppe Giulietti. E’ l’inizio di ”una grande campagna di mobbing contro tutti i programmi che non piacciono al direttore generale e al premier" dice Giulietti. Per il senatore Pancho Pardi, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, la delibera di Masi ”è un atto apertamente dispotico, in perfetta linea con il sistema feudatario che si sta instaurando nel mondo dell’informazione. E’ l’ennesimo bavaglio alla libertà di espressione imposto da un governo ormai privo di consensi cui non resta che tentare il colpo di mano”. ”L’editto di Masi prescrive che durante i talk show non ci siano applausi, altrimenti la trasmissione sarà chiusa. E si arriva al parossismo illiberale quando si preoccupa di raccomandare a direttori di rete e conduttori che il pubblico non diventi in alcun modo parte attiva del confronto tra gli ospiti delle trasmissioni. Così – aggiunge – la Rai subisce un’inversione della sua missione, da informare i cittadini a impedire il formarsi delle loro opinioni. Il sospetto è che la delibera abbia esattamente lo scopo di chiudere le trasmissioni scomode”. ”Il Pd ha chiesto oggi in ufficio di presidenza un’audizione rapida dei vertici aziendali in commissione di Vigilanza". Lo ha annunciato Fabrizio Morri, capogruppo Pd in commissione. ”E’ significativo che tutti i gruppi abbiano riconosciuto tale necessità – prosegue Morri – Ciò dovrà rendere possibile una discussione serena e approfondita, capace di scoraggiare ogni eventuale intenzione di sottomettere l’informazione Rai ad atteggiamenti ottusamente burocratici, lesivi della libertà e dell’autonomia di conduttori, direttori e giornalisti". Intanto l’assemblea dei CdR delle testate Rai ha approvato un documento con 56 voti a favore, 1 contrario e 4 astenuti in cui si ”dà mandato all’esecutivo di valutare, sulla base dell’esito di una illustrazione più dettagliata del piano industriale e degli atti di gestione delle prossime settimane, l’operato del Direttore Generale Masi, sottoponendolo – se del caso – a un inedito voto di fiducia". (Adnkronos)