In attesa di capire quali saranno le sorti della Rai dopo il congelamento della Gentiloni ed il probabile ritorno del centro-destra al Governo, arriva un’iniziativa finalmente degna di un servizio pubblico. Si tratta di una specie di testamento spirituale del ministro Gentiloni, che l’ha promossa e presentata all’azienda di Viale Mazzini, dopo il lavoro dell’apposita commissione presieduta dall’ex commissario dell’Agcom, Giuseppe Sangiorgi. L’iniziativa in questione è il Qualitel, una sorta di antagonista dell’Auditel che, invece di conteggiare gli ascolti con un metodo puramente quantitativo, segue gli indici di gradimento e di qualità espressi da un campione di telespettatori, nei confronti delle trasmissioni della Rai. Il Qualitel, pronipote di analoghi strumenti utilizzati (e non andati a buon fine) durante gli anni sessanta, quando ancora non esisteva l’attuale concorrenza, si compone di cinque sezioni: la prima riferita ai programmi delle tre reti, nella fascia oraria dalle 20 a mezzanotte; la seconda giudica le restanti fasce orarie; la terza si rivolge alle sole trasmissioni per bambini; la quarta riguarda i servizi Rai via internet; la quinta ingloba tutte le precedenti e misura il gradimento generale dei programmi dell’azienda. Le rilevazioni saranno effettuate su un campione di alcune migliaia di italiani, intervistati giornalmente da un istituto specializzato: questi esprimeranno il livello di gradimento di ogni trasmissione attraverso una griglia valutativa che va da zero a 100 punti. Il servizio prenderà piede ad aprile e pare una buona soluzione sulla strada di un ritorno al servizio pubblico tout court. Strada intrapresa già negli ultimi mesi con le trasmissioni di Celentano e Benigni prima e Fiorello ora: zero pubblicità, grosse spese, grande soddisfazione del pubblico. Si spera che il ritorno alle urne non sconvolga questo trend positivo. (Giuseppe Colucci per NL)