Riceviamo e pubblichiamo da ADUC
Vediamo alcuni punti:
1. La Rai non provvede a rendere pubblica la contabilita’ separata per la gestione della parte relativa al servizio pubblico finanziato con il canone Rai. In altre parole, ne’ la Corte ne’ i contribuenti hanno la possibilita’ di verificare come vengono utilizzati i soldi pubblici.
Una curiosita’: nella relazione di oltre 120 pagine, che in pochi si andranno a leggere, la Corte scrive “se la contabilita’ separata venisse inclusa nel bilancio d’esercizio, cosìi’come dispone la citata disposizione di legge…”. Nel comunicato stampa, la Corte smorza i toni: “se la contabilita’ separata venisse inclusa nel bilancio d’esercizio, cosi’ come sembra disporre la citata disposizione di legge…”. Perche’ questa variazione? La legge lo prevede, punto e basta. Forse non si vuole dire che la Rai viola la legge?
2. La Rai, nelle parole della Corte, denota “una scarsa propensione … alla realizzazione di margini di reddito che siano sufficienti per la costituzione di un valore patrimoniale adeguato alle crescenti esigenze dell’impresa”. Insomma, la Rai, per incapacita’ gestionale, spende piu’ di cio’ che ha a disposizione, provocando i rituali buchi di bilancio che i contribuenti sono chiamati a ripianare.
3. La Corte dei Conti, dopo aver menzionato l’obbligo della Rai di pubblicare sul proprio sito Internet gli estremi dei compensi per consulenze esterne, non si accorge del fatto che questi dati non sono mai stati pubblicati. Sarebbe bastato leggere il nostro esposto-denuncia inviato alla Corte (http://www.aduc.it/dyn/rai/esposto-consulenze-rai.pdf), o la nostra interrogazione presentata dalla sen. Donatella Poretti (http://www.aduc.it/dyn/parlamento/docu.php?id=223582) oppure cliccare sul sito della Rai: http://www.contrattidiconsulenza.rai.it/
La legge prevede categoricamente che i compensi non possano essere sborsati senza questa pubblicazione sul sito Internet. Di fatto, quindi, tutti i compensi sborsati costituiscono una violazione della legge ed essendo illegittimi costituiscono danno erariale.
4. La Corte dei Conti apparentemente prende per buone le statistiche sull’evasione del canone suggerite dalla Rai: il 25%. Ma come sanno in molti questo dato e’ falso per due motivi:
a. non e’ vero che tutti coloro che non pagano il canone sono evasori fiscali. Puo’ apparire strano alla Rai, ma vi sono anche cittadini che non posseggono un televisore e che quindi legittimamente non pagano questa tassa.
b. e’ ignorata l’evasione del canone speciale, ovvero quello dovuto dalle imprese. In questo caso l’evasione si aggira intorno al 95%, come abbiamo piu’ volte denunciato con esposti-denuncia alla stessa Corte dei Conti. Il danno erariale si aggira intorno al miliardo di euro. Perche’ la Rai non esige il canone speciale, al contempo rifacendosela invece su quel presunto 25% di famiglie che non pagano il canone?
Insomma, la Corte dei Conti certifica -e si rende complice- dell’illegalita’ della Rai. Visto che su questo la politica continua ad essere assente (le nostre interrogazioni parlamentari sono ignorate da anni dai Governi di ogni colore), non rimane che difendersi da soli smettendo di pagare il canone Rai. Percio’ invitiamo ad aderire alla nostra campagna “Disdici il canone Rai”. Qui tutte le informazioni per farlo: http://www.aduc.it/dyn/rai
Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc