In prossimità della migrazione tecnologica televisiva laziale (ri)scoppia il caso Monte Cavo. La Regione Lazio, il Parco dei Castelli Romani e il Comune di Rocca di Papa hanno infatti espresso parere negativo alla permanenza degli impianti di radiodiffusione sonora e televisiva.
E’ stata così ribadita l’esigenza di delocalizzare le sorgenti radioelettriche ivi presenti (vi sarebbero addirittura impianti irregolari su vari piani).
Queste sono le conclusioni della Conferenza di Servizi avviata nello scorso mese di agosto alla quale hanno partecipato il Parco dei Castelli Romani, il Comune di Rocca di Papa, il Ministero dello Sviluppo Economico-Comunicazione (D.G. e I.T. Lazio), l’Agcom, la Regione Lazio, l’Arpa Lazio, la Soprintendenza Beni architettonici e paesaggistici della Provincia di Roma, Rieti e Viterbo, e le società televisive Rti Spa (gruppo Mediaset) e RaiWay Spa. Il Presidente del Parco Castelli Romani, Gianluigi Peduto, si è così espresso: "Non possiamo continuare a rimandare il problema della delocalizzazione delle antenne. Il passaggio alla tecnologia digitale non può avvenire utilizzando impianti illegali e che devono essere spostati da Rocca di Papa". Gli ha fatto eco il sindaco del comune dei Castelli, Pasquale Boccia: "Acconsentire a questo intervento avrebbe significato legittimare la presenza delle antenne, ignorando il dibattito in corso che va nella direzione opposta e calpestando gli impegni che la pubblica amministrazione ha preso con i cittadini. E’ improcrastinabile l’attivazione immediata di un tavolo tecnico, così come assicurato dal presidente della Regione, Marrazzo, e dal viceministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani". Il riferimento è alle dichiarazioni alla riunione del 30/09/2009, durante la quale il Presidente della Regione aveva incontrato le amministrazioni locali dei Castelli Romani e sollecitato al viceministro del MSE Paolo Romani la convocazione di un tavolo per affrontare la questione della delocalizzazione degli impianti in vista dello switch-off del 30 novembre 2009. Nel corso dell’incontro di fine settembre il presidente della Regione Lazio Marrazzo aveva annunciato di aver appena inviato una lettera a Paolo Romani, con la quale aveva sollecitato la convocazione di un tavolo di lavoro congiunto – che, peraltro, il Ministero aveva già comunicato la disponibilità ad avviare – per affrontare nel suo complesso la questione relativa al sito di Monte Cavo. "Il passaggio al digitale non è in questione" aveva detto Marrazzo "e, anzi, come Regione abbiamo messo a disposizione strumenti e risorse per facilitare al massimo questa globale transizione tecnologica e far sì che nessun cittadino del Lazio ne sia penalizzato. Ma anche dal Piano territoriale regionale non si torna indietro", aveva precisato Marrazzo "e resta aperta la questione non più rimandabile di Monte Cavo sulla quale è urgente un tavolo che metta insieme Governo, Regione, Provincia di Roma, le amministrazioni locali coinvolte e le società gestrici delle reti di trasmissione per dare una soluzione definitiva a un problema che tocca direttamente la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente della nostra regione. Questa battaglia la faccio con voi". "L’azione con cui il presidente Marrazzo ha voluto sollecitare la soluzione del problema di Monte Cavo è estremamente positiva", aveva infine dichiarato il Consigliere Ponzo "come anche il sostegno che Marrazzo ha voluto oggi rinnovare a tutta la comunità dei Castelli romani per risolvere un problema che è diventato un caso di portata nazionale".