World Radio Day 2023: momento di forte transizione per la Radio. Da FM a DAB verso l’IP. Ma il prossimo passo è l’applicazione concreta dell’Intelligenza Artificiale.
La finalità del processo di assegnazione delle frequenze DAB ai consorzi nazionali (già avvenuta) e locali (che si concluderà presumibilmente in 6/8 mesi) si riassume in una parola: stabilizzazione di un processo in corso da oltre 20 anni.
Il DAB è un facilitatore, perché attraverso alcuni protocolli, come Radio DNS, si passerà in automatico da DAB ad IP e viceversa, garantendo la copertura del territorio senza limiti da parte della singola emittente.
In sostanza, perderà di significato la differenziazione tra radio locali e nazionali. La connotazione territoriale la farà il prodotto, non l’ambito diffusivo sul piano tecnico o amministrativo.
Newslinet al World Radio Day 2023
Newslinet era presente al World Radio Day 2023 di Milano, attraverso un intervento del direttore Massimo Lualdi, intervistato da Giorgio d’Ecclesia di Radiospeaker, organizzatrice dell’evento, di cui riportiamo uno stralcio (sia della parte pubblica, condivisa con Sergio Natucci di DAB Italia, che in backstage).
World Radio Day: nuova transizione radiofonica
(Giorgio d’Ecclesia) – Come possiamo definire il periodo che sta vivendo la radio?
(Massimo Lualdi) – Un momento di forte transizione. Non che negli ultimi dieci anni la Radio sia stata ferma; anzi, prima con l’avvento della visual radio, poi con le soluzioni on demand come catch-up radio e podcast, il mezzo non ha mai cessato di mostrare la sua capacità di adattamento. La sua resilienza, come si dice in tempi moderni.
I progressivi cambiamenti di pelle della radio
In realtà la Radio si è sempre adeguata ai tempi: settant’anni fa adattandosi all’avvento della tv, vent’anni dopo spostandosi progressivamente dalle onde medie alla FM, col nuovo millennio integrandosi con la televisione, appunto con la visual radio, ora passando dalla FM al DAB ed all’IP. Il prossimo passo, che stiamo studiando ora, è quello dell’integrazione con l’Intelligenza Artificiale, che permetterà, tra le altre cose, di riportare voci di speaker dal passato… Prospettiva che, ovviamente, sta già generando polemiche…
Il futuro della radio passa dal DAB, ma non si ferma lì
(Giorgio d’Ecclesia) – Il futuro della radio è il DAB? Se sì, perché?
(Massimo Lualdi) – Nì. E’ il futuro immediato. Quello mediato è, naturalmente, la piattaforma unica che non può essere che IP. Penso comunque che per almeno 10-15 anni il DAB coesisterà con l’IP e per dieci entrambi coesisteranno con la FM.
One Click
Oggi il DAB, rispetto all’IP, è favorito dalla semplicità d’uso, il cosiddetto One Click: schiaccio, ascolto. Con l’IP ci vogliano ancora (almeno) tre click: apro Android Car o Apple Car Play, scelgo l’aggregatore radiofonico di flussi streaming preinstallato sul mio smartphone, seleziono la stazione. Ancora troppo complicato. Ma arriveremo presto ai due click anche lì.
Stabilizzazione
(Giorgio d’Ecclesia) – Puoi spiegare al pubblico più eterogeneo la rivoluzione in ambito “assegnazione delle frequenze DAB” che stiamo vivendo in questi giorni?
(Massimo Lualdi) – Una parola: stabilizzazione. Dopo oltre venti anni di sperimentazione, con la procedura avviata dal Ministero delle imprese e del Made in Italy verranno assegnate frequenze stabili ai consorzi DAB: a quelli nazionali è già avvenuto; per quelli locali ci vorranno ancora 6/8 mesi.
Aggiornamento parco automobilistico
In realtà, il vero cambiamento è stato l’obbligo di installare dal 1° gennaio 2020 sulle nuove automobili un ricevitore DAB. Ogni anno in Italia si immatricolano 1 milione e mezzo di auto. Ed i nuovi sistemi di car entertainment prediligono la ricezione digitale, quindi DAB. Ovvio quindi che, nel tempo, avrà luogo una spontanea marginalizzazione della FM.
Facilitatore
E il DAB è un facilitatore, perché attraverso alcuni protocolli, come Radio DNS, si passerà in automatico da DAB ad IP e viceversa, garantendo la copertura del territorio senza limiti da parte della singola emittente .
Ambiti diffusivi
In sostanza, perderà di significato la differenziazione tra radio locali e nazionali. La connotazione territoriale la farà il prodotto, non l’ambito diffusivo sul piano tecnico o amministrativo. (M.R. per NL)