Radio. Volume indagine 1° semestre 2024 TER: ascolto sempre più digitale e invecchiamento certificato dell’utenza in linea coi trend mondiali

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RadioTER dati 1° semestre 2024: la radio è sempre più digitale (il solo ascolto IP ha raggiunto complessivamente quasi il 18%) ed il suo pubblico è sempre più maturo e consapevole.
L’età media dell’ascoltatore, oltre i 50 anni, è coerente con gli indicatori di tutti i paesi occidentali ed indica il consolidamento del mezzo come una piattaforma per adulti. Quali considerazioni a riguardo?
Ne parliamo con tre esperti della radiofonia italiana.

Il 1° semestre 2024 TER

I dati che abbiamo elaborato sono quelli del 1° semestre 2024, rilasciati ieri da Tavolo Editori Radio s.r.l. nell’ultima edizione della rilevazione RadioTER, che, come noto ai lettori di questo periodico, dal 2025 lascerà il posto all’indagine Audiradio, curata, con un innovativo modello CATI+SDK, dalla newco omonima, di cui il Tavolo Editori Radio s.r.l. è socio al 50%, mentre la restante quota è in capo ad UNA ed UPA, cioè le rappresentanze di centri media ed agenzie pubblicitarie, cioè l’industria radiofonica nel suo complesso.

Indicatori specifici…

Si tratta, quindi, del penultimo semestre di una rilevazione totalmente CATI (Computer-Assisted Telephone Interviewing) – cioè rilevazione diretta di unità statistiche realizzata attraverso lunghe interviste telefoniche, dove l’intervistatore legge domande all’intervistato e registra le risposte attraverso un software – certamente controversa quanto ad indicatori singolari (cioè relative alle tendenze di specifiche emittenti), considerato che ad essere premiata è soprattutto la notorietà del brand più che l’effettivo ascolto (basandosi il modello sul ricordo).

…e trend generali

Ma indubbiamente utile per definire i trend generali del mezzo, che sono proprio quelli su cui vogliamo qui soffermarci, senza confronti con le sessioni passate, proprio per segnare un punto, in vista del giro di boa del 2025.

Ascolto per device: autoradio simbolo dell’ambiente ideale della radio

Nel merito, quanto a dispositivi di somministrazione dei contenuti radiofonici, secondo le risultanze del 1° semestre 2024 TER, l’autoradio (FM/DAB/IP, considerato che rientra in essa anche il mirrorlink con lo smartphone e l’ascolto attraverso Android Audio ed Apple CarPlay) si conferma come il dispositivo preferito dagli italiani per l’ascolto della radio, con 25.547.000 utenti giornalieri.

72,5% del totale degli ascolti

Il dato rappresenta circa il 72,5% del totale degli ascoltatori, confermando come la radio trovi sulle quattro ruote il suo ambiente ideale e naturale.

Il ricevitore radio

Al secondo posto nella classifica per device si trova il ricevitore radio – definizione invero troppo vaga che non consente in una indagine telefonica di distinguere efficacemente tra loro le piattaforme FM, DAB, IP che caratterizzano un moderno device –, utilizzato da 9.072.000 persone, pari al 25,7% degli ascoltatori.

I dispositivi digitali IP: 17.6% del totale dell’ascolto radio del 1° semestre 2024

Fatto sta che il panorama digitale sta inequivocabilmente acquisendo sempre più importanza: l’ascolto via smartphone si attesta nel 1° semestre 2024 TER la principale modalità di accesso online, coinvolgendo 3.559.000 utenti (10,1% del totale), mentre pc/tablet contribuiscono con 1.068.000 ascoltatori (3%). Gli smart speaker, sempre più diffusi nelle case italiane, attraggono 1.502.000 ascoltatori, pari al 4,3% del totale. Sommando tutte le modalità di ascolto online (pc/tablet, smartphone, smart speaker e altri dispositivi), si raggiunge una cifra di 6.193.000 ascoltatori, che rappresenta il 17,6% del totale giornaliero.

Trasmissione via etere pesa ancora per l’82,4%

“Questo dato dimostra una crescente tendenza verso l’ascolto della radio in modalità digitale, anche se la trasmissione via etere (DAB+FM+DTT) resta predominante, con l’82,4% dell’audience che utilizza autoradio e ricevitori tradizionali”, commenta Patrizia Cavallin, consulente nota ai lettori NL per le sue proiezioni nell’ambito della futurologia radiofonica.

Il presidio misterioso

“Gran parte degli editori purtroppo non ha ancora assimilato il mantra “presidiare tutte le piattaforme” che Newslinet promuove in ogni occasione utile. Nel settore c’è chi ancora non ha nemmeno una app basic o non risulta posizionata in alcun aggregatore”, è invece il commento di Marco Lolli, consulente, regista RAI, station manager di lunga data, attualmente in forza a RTR 99 di Roma.

Pensiero illuminato

E’ veramente sconvolgente quanta poca “illuminazione” ci sia a riguardo. Ho fatto e faccio ancora molta fatica nel farmi capire su questo aspetto. Eppure – per quanto riguarda la mia esperienza personale – i fatti dovrebbero dimostrare che avevo ragione”, ribadisce Lolli.

L’ascolto televisivo

L’ascolto della radio attraverso la televisione, sia in modalità visual radio che audio-only, coinvolge un segmento significativo di utenti: 3.867.000 ascoltano tramite visual radio (11%) e 863.000 tramite audio-only (2,4%). “Un trend che riflette l’ibridazione tra media tradizionali e nuove piattaforme, con emittenti radiofoniche che offrono esperienze multimediali per ampliare il loro pubblico”, puntualizza Patrizia Cavallin.

Distribuzione per fasce d’età

L’analisi delle fasce d’età degli ascoltatori offre ulteriori interessanti spunti di analisi.

Adolescenti e giovani

Gli adolescenti tra i 14 e i 17 anni rappresentano 2.310.000 ascoltatori, pari al 6,5% del totale. La fascia successiva, quella tra i 18 e i 24 anni, conta 4.102.000 ascoltatori (11,6%).

Giovani adulti

I giovani adulti, cioè quelli tra i 25 e i 34 anni, sono 6.230.000 (17,7%), mentre il gruppo tra i 35 e i 44 anni, che include la generazione cresciuta con l’evoluzione tecnologica e l’affermazione del web, rappresenta 7.140.000 ascoltatori (20,3%).

Il core sulle fasce più mature

L’attenzione si sposta poi verso le fasce più mature: tra i 45 e i 54 anni si contano ben 9.295.000 ascoltatori (25,4%): una fascia che costituisce il core target della radio in Italia. Questo gruppo è seguito da vicino da un’altra massa rilevante: quella dei 55-64enni, con 8.973.000 ascoltatori (24,5%).

Supercore

Infine, i maggiori di 64 anni (che qui si assumono nella macro-fascia 64-84, considerata la vita media italiana fissata a circa 81 anni) rappresentano il gruppo più numeroso, con 14.181.000 ascoltatori (38,9%), determinando un’età media dell’utente radiofonico superiore ai 50 anni, coerentemente con i trend del medium in Occidente.

Franceschini: nessuno stupore. I dati parlano chiaro

“I dati parlano chiaro: la radio in Italia è ascoltata prevalentemente da un pubblico adulto. Nessuno stupore a riguardo. Se parto rapportandomi a quello che ascoltavo quando avevo 18 anni, i miei riferimenti erano Radio Deejay, 105 e Italia Network”, commenta Nicola Franceschini, giornalista, opinionista e massmediologo, curatore di FM-World.

Inevitabile che chi è in onda ininterrottamente da più di 40 anni non possa essere il punto di riferimento di chi ha appena raggiunto la maggiore età

“Tre emittenti che – all’epoca – erano gestite e condotte da gente giovane, con musica quasi esclusivamente contemporanea. Oggi, molti di quei conduttori sono ancora in onda, restano degli incredibili numeri uno, ma credo sia naturale che non possano essere un punto di riferimento prioritario per chi ha appena raggiunto la maggiore età. Lo stesso ripetuto sguardo verso il passato lo sentiamo anche nella musica – continua Franceschini -.

Sguardo sempre indietro

Anche le radio dalla programmazione più “contemporanea” voltano sempre lo sguardo indietro, con almeno un paio di ‘ricordi’ all’ora (nella migliore delle ipotesi), fino ad una Radio Deejay che oggi trasmette – oltre a molto talk – circa il 50% di musica del passato.

Questione di linguaggio ed affinità

Di fronte ad un panorama del genere, è quantomeno scontato che il pubblico più giovane, che oggi dispone di un sacco di media, rifugga verso altre piattaforme, con meno filtri e con sonorità e linguaggi più vicini al loro mondo.

I casi de Lo Zoo e La Zanzara

La stessa fruizione dei programmi è diversa in base all’età. Lo Zoo e la Zanzara sono seguiti anche da un pubblico giovane, ma spesso in modalità on demand, con estratti specifici pubblicati sui social (che non necessitano dell’ascolto dell’intera puntata, ma di momenti ‘cult’ del programma stesso).

La linearità radiofonica persa

Sostanzialmente si è persa la linearità della “radio tradizionale”. Non si attende un palinsesto, ma si ascolta quello che si vuole quando lo si vuole. Un po’ come accade con le pay tv in streaming riguardo a serie e film.

Contromisure?

Alla luce di questo invecchiamento progressivo dell’audience radiofonica, necessitano contromisure da parte di molti editori. “Nel caso dell’emittente che seguo, nessuna contromisura perché siamo già una stazione adulta – orgogliosamente adulta – e abbiamo a supporto feedback continui e costanti da una audience molto attenta e fidelizzata.

La forma è sostanza

Quello che abbiamo ripensato è la forma. L’abbiamo resa più attrattiva, più inclusiva, più “quadrata”, e ovviamente più musicale, visto che le indagini dicono chiaramente che nel nostro bacino d’utenza le radio musicali vincono quasi tutte a mani basse, mentre il contenuto stenta”, commenta Lolli, che di RTR 99 è station manager.

Contenuto

“Ovviamente non rinunciamo al contenuto (dove tutti ci riconoscono una competenza maggiore), ma lo stiamo rendendo più semplice e fruibile, meno invasivo. E’ un cambiamento considerevole dettato dall’Editore in prima persona, siamo già a un buon punto grazie al test sulla programmazione estiva che ha dato risultati veramente importanti.

UNA radio

Poi in genere è fondamentale essere “chiari”, la radio deve essere “UNA” e non la coniugazione di mille anime.

Frittomisto

La radio stile “frittomisto”, tanto in voga negli anni scorsi, non ha più alcun senso e non ha più appeal”, chiosa Lolli.

Gli eventi live

“La radio, così come tutti i mezzi di comunicazione tradizionali, resta importante per gli eventi ‘live’. Che si tratti di una partita, di un Sanremo o di altro ancora, la diretta resta un perno rilevante quando si crea l’attesa attorno ad una iniziativa”, riprende la parola Nicola Franceschini.

Duttilità

Quindi nessuna morte annunciata di un mezzo che resta ancora in forma, ma che ha cambiato in parte le sue connotazioni negli ultimi anni. Un cambiamento che ne conferma la plasmabilità: la radio è sempre riuscita ad evolversi nel tempo.

Malleabile e integrabile

Rimanendo costantemente in auge e riuscendo ad integrarsi anche in un contesto video, un tempo ritenuto impossibile”, conclude l’opinionista. (M.L. per NL)

 

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