Radio Sherwood di Padova, “la migliore alternativa” dell’Autonomia Operaia, da ieri 1° maggio ha chiuso i battenti in FM, cedendo l’ultima frequenza rimasta, i 97.800 MHz (per Padova, Treviso, Conegliano, Belluno, Rovigo, Venezia e Vicenza), alla nuova Radio Gelosa di Roberto Zanella.
Secondo quanto comunicato dalla radio stessa, l’emittente continuerà però a trasmettere dal sito www.sherwood.it. La radio, vero e proprio pezzo di storia dell’Autonomia, nacque, con prove sperimentali, nell’autunno 1976 sulla scia delle radio del "Movimento studentesco" (su tutte Radio Alice di Bologna) traendo naturalmente il felice nome dalla nota foresta inglese teatro delle avventure di Robin Hood. La sigla d’inizio, la “marcia di Topolino”, caratterizzava una piccola ma effervescente radio libera fondata da un gruppo di amici tra cui lo scomparso (nel 2001) Emilio Vesce (che avrebbe scontato nel 1979 cinque anni di carcere speciale per insurrezione armata legata alle trasmissioni radiofoniche, salvo poi essere assolto scontando però la perdita dell’emittente, passata nel frattempo ad altri), Wolma Mazza e Marco Rigamo della sinistra extraparlamentare. Nel gennaio 1977 iniziarono le trasmissioni ufficiali da un vecchio mulino vicino al centro della città, dove era installato un trasmettitore da 100 watt che raccontava i progetti, i desideri e i sogni di migliaia di voci attraverso la musica, la diretta, le sperimentazioni culturali e la storia dei movimenti locali e globali. La stazione diede da subito ampio spazio alla promozione dei diritti di cittadinanza per gli extracomunitari attraverso appuntamenti di informazione multilingue, facendo un’efficace informazione di contrasto con la rubrica “Punto Flash”. Nel 1980, visto il successo, Radio Sherwood stimolò l’apertura di radio affini a Milano, Roma, Trieste e Bologna, giungendo a gestire, nei tre decenni a venire, redazioni spontanee in tutta Italia (nel 2005 se ne contavano 20). Finanziata dal 1985 con l’organizzazione di un Festival locale e con gli abbonamenti degli ascoltatori, Radio Sherwood entrò nel nuovo millennio sotto la direzione di Milena Zappon, con la sede in vicolo Pontecorvo 1 e l’allargamento dell’audience alle nuove tecnologie (satellite e web). Tra i programmi cult sono da ricordare: “Sport alla rovescia”; “Il divano dello zio Fulvio” trasmissione quotidiana di rock, tecno-metal e ultime tendenze; “Caminantes”, per chi lotta per i propri diritti. La decisione di vendere la frequenza FM passando al web ha colto tutti di sorpresa, data la vitalità immutata della stazione. Gabriella Gazzea Vesce, vedova del fondatore, ha dichiarato alla stampa: “Rimango senza parole e mi fa un po’ impressione questa cosa ma sono certa che si tratta di una scelta ponderata. Mio marito e gli altri fecero tutto con i propri miseri mezzi. Eravamo molto poveri, mio marito faceva l’insegnante io ero un’impiegata dell’università di Padova. Ma c’erano l’entusiasmo, l’amico antennista, l’elettrotecnico, molti volontari. Era una voce aperta, libera, tutti venivano a parlare in radio, da Pannella ai socialisti. E’ stata anche un momento di aggregazione per la raccolta di firme sul divorzio, sull’aborto, sulle battaglie sociali. E poi una musica molto buona, ricordo i ragazzi specializzati in jazz. Non era semplice con l’Msi che tentava di bruciarti la sede ma la passione vinse su tutto. Con mio marito in carcere per insurrezione armata, cinque anni di galera preventiva per poi essere assolto, la gestione passò ai collettivi. E anche quando lo scarcerarono non tornò alla guida. Mi dispiace perché per me è un pezzo di storia, ma il mondo è giusto che vada avanti. Hanno venduto le frequenze per una cifra importante, dicono oltre un milione di euro. Anche questo mi fa impressione, mio marito l’aveva lasciata per 10 lire. Ma in mezzo ci sono molti investimenti che hanno fatto. E’ giusto così . Io non l’ascolto, perché non la prendo”. Luca Casarini, leader no global, condivide in pieno: “Cosa saggia, giusta, avanguardista, la naturale prosecuzione della storia di una radio di frontiera. Con l’Fm copri una fettina territoriale, con la Rete sei mondiale. Sherwood diventa un portale di comunicazione, ancora una volta avanti”. (R.R. per NL)