La way out dal settore radiofonico sarà una delle priorità del 2014 di RCS Corsera. La smobilitazione della presenza su un medium ritenuto non più strategico riguarderà non solo l’importante quota del 44,5% detenuta nel gruppo milanese Finelco (cui fanno riferimento le emittenti Radio 105, Radio Monte Carlo e Virgin Radio), ma anche gli interessi in Spagna.
La controllata spagnola di RCS Mediagroup, Unidad Editorial, secondo quanto risulta all’agenzia Radiocor, punterebbe infatti a vendere il network nazionale sportivo Radio Marca. Tuttavia, le negoziazioni, finora, non avrebbero portato a conclusioni concrete, forse anche a causa degli ingenti costi di produzione del palinsesto e del rilevante calo degli ascolti registrato nell’ultimo anno dalla stazione nata nel 2001. L’alienazione del dispendioso asset permetterebbe al gruppo editoriale spagnolo partecipato da RCS di portare nelle casse un po’ di liquidita’ in un momento di forte difficoltà finanziaria in un paese martellato dagli effetti della crisi. L’urgenza più marcata per RCS rimane però definire la cessione delle quote in Finelco, valutate al ribasso in 50/60 mln di euro (fino a pochi anni fa erano stimate almeno il doppio). L’uscita di scena dal mercato radiofonico – pur sconsigliata da molti analisti che hanno evidenziato l’interesse per il mercato italiano (pur a bocce politiche ferme) di gruppi cinesi, indiani e sudamericani – è prevista per la tarda primavera 2014, in occasione della scadenza dei patti parasociali con la famiglia Hazan, che detiene il 66,5% di Finelco. Dopo un iniziale interessamente, apparso più sventolato che concreto, di Eduardo Montefusco, editore della romana RDS e di Mondadori (presente non in forze nel medium radiofonico attraverso R 101) in corsa per l’acquisizione sarebbe rimasto solo il fondo Clessidra di Claudio Sposito che, secondo indiscrezioni, starebbe cercando un accordo gestionale col patron del polo radiofonico milanese, Alberto Hazan. Il gruppo Finelco ha chiuso il 2012 con una perdita di circa 9 milioni di euro a fronte di 74 milioni di euro di ricavi, ma già il 2013 (e ancor di più il 2014) potrebbe registrare un’inversione di tendenza dopo il drastico tagli dei costi e lo sviluppo tattico delle aree di business più promettenti. (E.G. per NL)