Ora, a prescindere dal dubbio appeal di vedere nel 2020 (nell’era dello streaming on demand) un film nel parcheggio dei cinema per ovviare ai problemi di assembramento dell’emergenza Covid-19, l’idea di impiegare frequenze FM per far giungere l’audio (del film) nelle vetture degli spettatori fa rabbrividire per gli aspetti diretti ed indiretti conseguenti. E ciò tanto più che risulterebbe certamente meno problematico imporre ai gestori l’utilizzo di sistemi di connessione IP audio Bluetooh.
Impiego circoscritto di frequenze FM
Eppure, a quanto risulta a NL, la DGPGSR del Ministero dello Sviluppo Economico si sarebbe dimostrata possibilista.
Con un parere a fine maggio inviato alla collaterale DGSCERP (la componente giuridico-amministrativa), la direzione tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico si sarebbe espressa sulle richieste di informative per l’impiego di frequenze FM ai fini della radiodiffusione audio analogico-digitale, temporanea e circoscritta, in ausilio a strutture aperte di intrattenimento pubblico (drive-in, arene e simili).
P.N.R.F.
Dal punto di vista teorico, la soluzione proposta al Mise si baserebbe sull’utilizzo di impianti di bassa potenza previsti dal PNRF che a sua volta richiama il Piano di Ginevra 1984 – 2006/771/CE – ERC/REC 70-03 al fine di consentire la ricezione in FM dell’audio di un film in programmazione da drive-in, concerti, liturgie religiose e spettacoli di varia natura.
Tuttavia la stessa DGPGSR avrebbe riconosciuto l’inutilizzabilità di dispositivi a corto raggio (SRD) in quanto le limitazioni in potenza prescritte nell’allegato 10 della Raccomandazione ERC/REC 70-03 (50nW erp max) di fatto vincolano il raggio d’azione degli stessi a distanze tali da rendere non adatto il loro impiego per il servizio in esame.
Escluse anche le Onde Medie
Analogamente il Ministero escluderebbe l’utilizzabilità delle onde medie, per via della limitata qualità sonora e dalla scarsa immunità da disturbi ed interferenze esterne, che mal si conciliano con le finalità audio del caso specifico.
Tutto a carico degli ispettorati territoriali
La proposta di utilizzo di una frequenza FM libera (che già di per sé fa sorridere: ve lo immaginate a Roma o Milano?) dovrebbe pervenire dal soggetto interessato (il gestore del Drive-In) o dall’Ispettorato territoriale competente per territorio, ferma la verifica (da parte dell’Ispettorato Territoriale medesimo) della compatibilità della frequenza FM individuata con la situazione radioelettrica preesistente nell’area di interesse.
Accordi di dubbia legittimità
Ma nel suo parere la DGPGSR si spingerebbe oltre, ipotizzando, in assenza di una frequenza FM disponibile (cioè libera), che un soggetto interessato possa anche stipulare un accordo con un’emittente radiofonica operante nella medesima zona d’interesse al fine della trasmissione del sonoro del proprio servizio. Un’idea che (al di là di rilevanti dubbi di legittimità in ordine a numerose previsioni ex D. Lgs. 177/2005) s’infrangerebbe però contro le inevitabili implicazioni in tema di diritto d’autore (la diffusione dell’audio del film travalicherebbe l’area del drive-in e sarebbe ricevibile da tutti tramite un semplice ricevitore FM, superando i limiti della licenza).
Improbabilità
E’ quindi altamente improbabile che si possa prestare avallo ad una proposta siffatta, che, oltre a generare inevitabili interferenze con legittimi utilizzatori dello spettro radioelettrico nel caso di utilizzo di spazi apparentemente liberi (che nella realtà mai lo sono), rischia di determinare un coacervo di violazioni che rendono la (presunta) cura peggiore del male. E ciò tanto più che, come detto in apertura, l’attuale tecnologia consentirebbe di conseguire il medesimo risultato (anzi, migliore, considerato l’utilizzo del digitale) senza problematiche come quelle descritte. (M.L. per NL)