Gli uragani che si sono recentemente abbattuti sulle coste degli Stati Uniti hanno portato una bufera anche nell’opinione pubblica riguardo la possibilità di utilizzare i telefoni cellulari come ricevitori FM.
Molti dei più diffusi smartphone, infatti, posseggono già al loro interno il cosiddetto “chip FM” che è però disattivato e non attivabile dal proprietario del telefono cellulare con un semplice intervento sulle impostazioni generali. Durante situazioni emergenziali di forti intemperie che possono causare black-out elettrici, la radio FM è l’unico strumento di comunicazione di massa in grado di raggiungere le persone isolate e svolge un ruolo essenziale come fonte di informazione e comunicazione: per questo in Florida, zona interessata dal devastante uragano Irma, molte persone sono andate alla ricerca di ricevitori FM alimentati a pile.
Una tv americana ha realizzato interviste ad alcuni cittadini residenti in Florida, ignari della probabile presenza del chip FM nel proprio smartphone che, davanti alla scoperta, si sono detti scioccati e increduli del fatto che la modalità FM – visto che è già presente – non sia liberamente attivabile in caso di bisogno.
Il caso ha dato una scossa all’industria radiofonica e alla NAB, l’associazione nazionale broadcaster americana, che, supportati anche dal Senatore Bill Nelson, stanno facendo pressione sul governo affinché ordini a produttori e operatori telefonici di attivare il chip che consente la ricezione in FM sugli smartphone.
Anche la Federal Emergency Management Agency (FEMA), ossia la protezione civile statunitense si è schierata a favore dell’attivazione del chip FM negli smartphone ritenendola una risorsa importantissima per le comunicazioni nelle situazioni critiche e di emergenza.
In realtà, il dibattito sull’attivazione del chip FM esiste già da alcuni anni, ma i tentativi dei gruppi radiofonici di coinvolgere emittenti e ascoltatori per far fronte comune (ad esempio la petizione online activatefmchip.com di Adams Radio Group) non hanno mai avuto grande successo (come dimostra la disinformazione sul tema da parte dei cittadini americani).
Non tutte le società produttrici di smartphone sarebbero contente di un intervento legislativo simile: Samsung, AT&T e T-mobile si sono dette favorevoli all’attivazione della feature (che è già presente in molti dispositivi con sistema operativo Android), ma la casa produttrice dell’iPhone oppone forti resistenze, forse per paura di un conflitto dell’FM con Apple Music, il servizio di Apple dedicato all’ascolto di musica. (V.D. per NL)