Nei prossimi due anni il settore radio sarà caratterizzato dai blockbuster deals, accordi di merger & acquisition (o di distribuzione) tra grandi gruppi attivi nell’intrattenimento e nell’informazione. Il futuro del mercato sarà quindi ancora di più in mano a pochi grossi player, che controlleranno la maggioranza delle stazioni radio. Un processo simile alle costituzione degli OTT del web, insomma.
“La radio è pronta a riemergere come protagonista nell’ecosistema digitale” ha dichiarato il media ecologist Jack Myers in un’intervista al periodico USA RadioInk (sostanzialmente la versione america di NL).
Grazie alle ristrutturazioni dei debiti dei grandi gruppi americani Cumulus e iHeart (la prima ormai completata, la seconda in via di definizione) ora il mercato radiofonico statunitense sembrerebbe pronto a ripartire, soprattutto attraverso operazioni di acquisizione e consolidamento delle grandi aziende.
Secondo Myers la fase di decadimento del settore è stata inevitabile e necessaria, nonché propedeutica allo sviluppo attuale: dopo il risanamento dei debiti, ora è possibile investire sul futuro, con particolare riferimento alle nuove tecnologie o a innovativi modelli (come smart speaker e connected car, ma anche visual radio e brand bouquet) e ai prodotti ad esse connessi e/o derivati (come i podcast).
Oltre a questi investimenti tecnologici, secondo Myers, nei prossimi due anni il settore sarà caratterizzato da “blockbuster deals”, ossia da accordi di distribuzione o da fusioni tra grandi gruppi: il futuro del mercato sarebbe quindi di pochi grossi player, che controllano un gran numero di stazioni radio. Al contrario, proprio per questa tendenza all’aggregazione, l’esperto vede come improbabile la vendita di singole stazioni da parte di aziende come iHeart o Cumulus, che attualmente non godono di valutazioni convenienti sul mercato: ci vorrà almeno un altro anno affinché le condizioni tornino favorevoli ad un sell-off.
Sul versante della deregolamentazione – fattore che potenzialmente rivoluzionerà il settore radiofonico americano e sul quale c’è molta attenzione – Myers è reticente ad esprimersi, auspicando solo in una maggiore chiarezza della direzione che la FCC intende prendere su questo tema. “In attesa di una normativa chiara – ha aggiunto – il comparto deve andare avanti, in un modo o nell’altro”.
E il modello di crescita indicato è proprio quello di iHeart: podcasting, mobilità, IP. Sullo stesso modello potrebbero avere una crescita significativa anche Westwood One e NPR, cioè i gruppi protagonisti del preannunciato blockbuster dealing.
Il mercato dell’audio digitale può rappresentare un’ottima occasione anche per brand dell’informazione che già da un po’ strizzano l’occhio a radio e podcast, come il New York Times e il Wall Street Journal, oltre che per aziende solide del mercato video come Disney, Voodoo (piattaforma video di proprietà di Walmart) e AT&T, tutti player interessati a vario titolo a blockbuster deals coi radiofonici.
La costante che unisce tutti i player attuali e potenziali del mercato audio sarà, secondo Myers, la tendenza ad aggregarsi (tramite acquisizioni o partnership) per restare competitivi: sarà sempre più un mercato per grandi player con significativa disponibilità di capitali, mentre chi non è in grado di sostenere lo sviluppo con l’adeguato livello di liquidità rischierà di essere estromesso dai giochi. Ma questo – è ovvio – non accadrà solo negli USA. (V.D. per NL)