Craig Fugate è stato amministratore del FEMA, Ente federale per la gestione delle emergenze sotto la presidenza Barack Obama dal maggio 2009 al gennaio 2017.
In precedenza, dal 2001 al 2009, era stato a capo dell’Emergency Management del governatore della Florida; si tratta quindi di una personalità di spicco nell’ambito della gestione delle situazioni di emergenza.
Durante lo scorso fine settimana, Fugate è intervenuto nel braccio di ferro in corso tra tra la FCC (il regolatore dell’etere USA) insieme ai broadcaster USA contro l’Apple, alla quale viene contestata la mancata attivazione del chip FM nei suoi iPhone, soluzione che consentirebbe di ricevere i programmi in modulazione di frequenza e con essi informazioni di emergenza per la popolazione in caso di disastri naturali o artificiali.
Secondo Fugate le radio locali rivestono un ruolo essenziali in caso di calamità: lo hanno dimostrato in passato e lo hanno confermato nelle recenti vicissitudini meteo che hanno colpito gli USA.
Il manager pubblico si dichiara quindi “sconcertato dalla riluttanza di Apple nell’attivare la funzione di ricezione FM: gli uragani Harvey, Irma e Maria hanno dimostrato che i governi locali e gli uomini della pubblica sicurezza fanno affidamento sulla radiodiffusione sonora e televisiva per far conoscere al pubblico ciò che sta succedendo durante un disastro”.
“La risposta di Apple agli inviti provenienti da più parti lascia senza parole: ha affermato che i modelli iPhone 7 e 8 non includono i chip FM sottolinenando come i suoi smartphone garantiscano funzioni per gli avvisi d’emergenza in caso di maltempo e per accedere alle informazioni della Medical ID Card. Ciò dimostrerebbe il suo impegno per la sicurezza pubblica. Tuttavia, sebbene questi servizi siano nobili, essi non garantiscono la fornitura di informazioni di emergenza quanto l’area è priva di connessione, a differenza della modulazione di frequenza”, ha continuato l’esperto di casistiche d’emergenza”, ha spiegato l’ex manager FEMA.
A riguardo della mancanza dei chip FM negli apparati, secondo Fugate “ci sono prove che gli iPhone 7 e 8 includono una potenziale funzionalità radio FM”, cosicché “è curioso che Apple abbia affermato di aver tolto i chip dai suoi modelli più recenti”.
“I funzionari di pubblica sicurezza hanno fatto sapere di avere una radio a batteria pronta per essere sintonizzata sulla principale radio locale durante un’emergenza”, ha continuato Fugate (foto), aggiungendo: “Perché allora non abilitare gli iPhone per consentire agli utenti di ascoltare informazioni potenzialmente salvavita dalle stazioni radio locali? Questa funzionalità consuma poca batteria e supera i problemi di default della connessione. Perché questa ritrosia?”.
Per parte propria Apple rimane ferma sulle posizioni manifestate, sottolineando come a proprio avviso non sia rilevante la funzionalità FM su apparati che già dispongono di protocolli di comunicazioni d’emergenza anche in assenza di banda internet e che, comunque, il chip FM non avrebbe nessuna utilità pratica perché necessiterebbe dell’antenna a cavo per funzionare (gli auricolari) che pochissime persone hanno sempre con sé.
Fa sapere l’OTT: “Apple ha molta cura della sicurezza dei propri utenti, specialmente in momenti di crisi; per questo abbiamo messo a punto delle moderne soluzioni di sicurezza nei nostri prodotti. Gli utenti possono chiamare i numeri di emergenza e accedere al proprio identificativo medico direttamente dalla schermata di blocco del telefono, nonché ricevere diversi servizi governativi di notifica, dalle informazioni meteo agli AMBER alert” (il sistema di allarme nazionale in caso di sospetto rapimento di minore, ndr).
Secondo i dietrologi la posizioni di Apple sarebbe in realtà da ricondurre ad una politica volta a sotterrare i broadcaster, visti come competitor nel promettente mercato dello streaming online (presidiato con Apple Music).
“Sciocchezze – rispondono dalla Apple – abbiano a cuore i fornitori di contenuti, con i quali interagiamo costantemente e proficuamente nell’interesse delle rispettive utenze, che quasi sempre coincidono”.
Appunto, forse è proprio questo il problema: Apple ha bisogno di fornitori di contenuti. Non dei broadcaster. (E.G. per NL)