E’ ufficiale: la CBS (uno dei più grandi network televisivi presenti in America nonché pioniera di quelli radiofonici) sta per mettere in vendita la sua radio storica.
Si tratta nientemeno dell’emittente del celebre giornalista statunitense Ed Murrow (chi non ricorda il suo “Good Night and Good Luck”?) e che Orson Welles utilizzò come piattaforma di quella che tuttora viene considerata la più grande beffa mediatica di tutti i tempi per terrorizzare l’America, il 30 ottobre del 1938, con “La Guerra dei Mondi” (la finta diretta che raccontava l’invasione della terra da parte degli extraterrestri). Sta per chiudersi un’epoca, insomma. E la colpa sarebbe da imputarsi proprio ad Internet: William Paley, Presidente nonché AD dell’emittente statunitense, ha annunciato a un gruppo di investitori a New York che l’azienda sta valutando “opzioni strategiche” per “aprire possibilità di rendita per gli azionisti”. La divisione della storica radio della CBS era stata fondata ben 80 anni fa da William Pauley che aveva acquistato la nascente Columbia Broadcasting System, ponendo così le basi di uno dei grandi imperi dei media mondiali. Negli anni ’30 la celebre radio divenne leader indiscussa nel settore del dramma radiofonico, con autori come Welles, appunto, e lo sceneggiatore Norman Corwin, annoverando personaggi dell’intrattenimento del calibro di Al Jolson, Bing Crosby e Red Skelton. Ma il contribuito più importante della CBS Radio, secondo gli storici esperti del settore, fu nel segmento delle news: fin dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale si distinse per l’informazione e spedì inviati in tutto il mondo. Tra questi, Ed Murrow a Londra nei lunghi giorni del Blitz (la campagna di bombardamenti aerei tedeschi sulla Gran Bretagna nel 1940), e i suoi colleghi, i cosiddetti “Murrow Boys”, che mandavano dispacci dal vivo da zone di guerra, staccando di molto, per la vivacità dell’informazione, la carta stampata. La decisione di vendere segna davvero la fine di un’era e va a rimarcare il declino della radio commerciale che nessuno più considera un’industria in crescita sotto la stretta concorrenza di servizi internet in streaming, come Spotify o Pandora. Questo a sua volta ha indotto gli inserzionisti tradizionali (concessionari di auto, cellulari e società di servizi finanziari) a destinare i loro fondi per il marketing ad altre piattaforme digitali: “Per i pubblicitari la radio non è più sexy”, ha dichiarato Adam Jacobson, un analista del settore radiofonico. C’è da dire, tuttavia, che la radio della CBS rappresenta ancora un asset: è la seconda catena radiofonica in America in termini di reddito, con oltre 70 mln di ascoltatori sul territorio nazionale, 117 stazioni in 26 mercati tra cui 6 soltanto a Los Angeles. Non è ancora disposto un calendario definitivo per la messa in vendita che, secondo le stime, non dovrebbe avvenire prima della fine dell’anno elettorale, durante il quale mln di dollari saranno spesi dai candidati negli classici spot promozionali. (S.F. per NL)