Indagine ufficiale sull’ascolto radiofonico in UK Rajar Winter 2024: nonostante la competizione delle piattaforme di streaming audio live & on demand, l’ascolto radiofonico nel Regno Unito continua a dimostrarsi un pilastro del consumo audio.
Tuttavia, i dati più recenti di Rajar Winter 2024 mostrano una progressione del cambiamento delle abitudini di ascolto degli utenti, sia quanto a target che a metodi e tempi di fruizione.
Al punto che si valuta di anticipare lo switch-off AM/FM vs DAB+/IP, come in Svizzera e Germania.
Sintesi
L’indagine Rajar Winter 2024 conferma la solidità dell’ascolto radiofonico nel Regno Unito, ma evidenzia un cambiamento nelle modalità di fruizione.
La live radio domina ancora con il 65% delle ore di ascolto, ma l’uso dell’analogico è in costante declino. Solo una esigua minoranza ascolta esclusivamente tramite frequenze AM/FM, mentre il digital audio cresce rapidamente, raggiungendo il 70% della popolazione.
Al punto che gli operatori valutano di anticipare lo switch-off analogico/digitale prima del 2030, come effettuato da Svizzera e Germania.
L’ascolto connesso rilevato da Rajar Winter 2024 – indagine che fotografa l’intero universo radiofonico inglese e non come la nostra Audiradio, che rileva ancora solo le emittenti che dispongono anche di emissioni FM, tagliando irragionevolmente fuori i nativi digitali – è in forte ascesa: gli smart speaker rappresentano il 18% delle ore di ascolto digitale, mentre smartphone e computer coprono rispettivamente il 58% e il 17%.
La musica on demand e i podcast continuano ad attrarre soprattutto il pubblico under 55. Il 26% della popolazione ascolta podcast con una media di otto ore settimanali, mentre il 37% consuma musica on demand, tra i quali il 62% utilizza servizi premium senza pubblicità.
L’analisi per fascia d’età mostra che i 15-24enni ascoltano la radio lineare solo per il 32% del tempo, preferendo on demand music (46%), podcast (11%) e audiolibri (3%).
Nella fascia 25-34, la radio copre il 53% dell’ascolto, con podcast al 7% e musica a richiesta al 25%.
Il pubblico 35-54 mantiene un forte legame con la radio (63%), mentre gli over 55 restano i più fedeli al mezzo, con una quota dell’81%.
Le motivazioni dell’ascolto variano: la radio è usata per rilassarsi, informarsi, tenersi compagnia e socializzare.
L’indagine Rajar Winter 2024 evidenzia la necessità per la radio tradizionale di adattarsi alle nuove tendenze digitali per mantenere la sua centralità nel panorama audio.
Il dominio della live radio
Secondo la Radio Joint Audience Research Limited (Rajar), società partecipata dalla BBC, da Radiocentre (l’ente esponenziale che rappresenta gli editori radiofonici privati), dall‘Institute of Practitioners in Advertising (IPA) e dell‘Incorporated Society of British Advertisers (ISBA) – costituendo quindi un joint industry committe e quindi un organo rappresentativo dell’intera industria radiofonica (editori, inserzionisti, centri media) -, la radio lineare si conferma il formato audio predominante, con il 65% delle ore di ascolto complessive tra gli adulti britannici.
Ma cambia modalità di fruizione
Tuttavia, dai dati di Rajar Winter 2024 (qui per consultare il documento integrale della rilevazione) emerge un aspetto significativo: mentre la live radio mantiene un ruolo centrale, la modalità di fruizione sta cambiando rapidamente.
Il declino dell’analogico
L’ascolto attraverso dispositivi analogici AM/FM sta subendo un calo costante, con un numero sempre maggiore di utenti che migrano verso piattaforme digitali.
Avviare lo switch-off prima del 2030
Una condizione ormai irreversibile, che sta facendo riflettere gli operatori sull’opportunità di anticipare il già previsto (anche se non ancora calendarizzato puntualmente) switch-off AM/FM vs DAB+IP, come effettuato da Svizzera e Germania.
Maturità radiofonica digitale inglese ed immaturità italiana figlia di lobbismo
Un ambiente, quello britannico, dove la radiofonia sta dimostrando il raggiungimento di una piena maturità, al contrario di quello italiano dove, da un lato, si professa in ogni occasione utile la pretesa incredibile resilienza del mezzo radiofonico, capace di adattarsi a tutti i cambiamenti e, dall’altra, si tenta disperatamente di difendere la rendita analogica, impedendo (con motivazioni ormai palesemente inconsistenti) l’iscrizione all’indagine Audiradio (così come con la precedente TER/ERA) dei nativi digitali, che pure ormai in alcuni casi hanno un peso rilevante.
Rajar Winter 2024: solo una quota minoritaria del pubblico radiofonico ascolta ancora solo in analogico
Tanto che l’indagine Rajar Winter 2024 conferma i dati recentemente resi noti dalla confederazione elvetica in occasione dello switch-off della SSR (la radio pubblica svizzera) del 31/12/2024 e cioè che anche in UK solo una percentuale ridotta della popolazione continua a sintonizzarsi esclusivamente tramite frequenze analogiche (AM/FM), mentre il digital audio si afferma come la scelta primaria per molte fasce di età.
La crescita dell’audio connesso e il sorpasso del digitale
Nel merito, il coacervo di connected audio, ovvero l’ascolto tramite dispositivi IP, ha registrato un aumento significativo: attualmente, il 70% della popolazione britannica utilizza questa modalità, con una crescita del 12% rispetto all’autunno 2023 e del 31% rispetto al 2019.
Trasformazione delle abitudini e personalizzazione dell’offerta
Il trend marcato da Rajar Winter 2024 evidenzia una trasformazione nelle abitudini di consumo, con una predilezione per piattaforme che consentono accesso on-demand ed una maggiore personalizzazione dei contenuti.
Smart speaker
La diffusione degli smart speaker – che in UK hanno penetrazione significativa – ha giocato un ruolo cruciale in questa crescita: il 18% delle ore di ascolto digitale avviene tramite questi dispositivi, mentre per il 58% si utilizzano smartphone e il per il 17% computer.
Flessibilità ed accessibilità
La fruizione della radio tramite dispositivi connessi ha dunque superato quella analogica, consolidando un nuovo paradigma in cui la flessibilità e l’accessibilità diventano fattori chiave.
Podcast e musica on demand: il cambiamento generazionale
I podcast continuano a guadagnare popolarità, con il 26% della popolazione che li ascolta settimanalmente, mediamente per otto ore. Gli utenti sotto i 55 anni ne sono i principali fruitori, con un’equa distribuzione tra uomini e donne.
15-24enni più attratti dal podcast
La fascia di età 15-24 anni è particolarmente attiva nell’ascolto di podcast, dedicando mediamente 10 ore a settimana. Si tratta di un incremento rilevante rispetto ai dati degli anni precedenti.
Engagement della musica on demand
Parallelamente, la musica on demand coinvolge il 37% della popolazione, con un ascolto medio di 13 ore settimanali.
62% usa servizi premium
Degno di nota il fatto che il 62% degli utenti di questi servizi utilizza una versione premium senza pubblicità, segnale chiaro di una crescente disponibilità a pagare per un’esperienza di ascolto fluida e priva di interruzioni.
Analisi dei trend di ascolto per fascia d’età
Ovviamente l’indagine Rajar Winter 2024 fornisce un’analisi dettagliata delle abitudini di ascolto in base all’età, che, in questo caso, come per la emarginazione dell’ascolto analogico, segna un progressivo invecchiamento del pubblico radiofonico.
15-24 anni solo per il 32% sulla radio lineare
Prevedibilmente, la fascia 15-24 anni appare la meno legata alla radio tradizionale, con solo il 32% delle ore di ascolto dedicate alla live radio.
Il resto preferisce on demand music, podcast ed audiolibri
Il resto del target è suddiviso tra musica on demand (46%), podcast (11%) ed audiolibri (3%).
25-34 anni
Anche nella classe d’età 25-34 l’ascolto della radio lineare è inferiore alla media nazionale, con una percentuale del 53%.
Podcast al 7% e music on demand al 25% nella fascia
Tuttavia, il consumo di podcast e musica on demand appare in forte crescita, rappresentando rispettivamente il 7% e il 25% dell’ascolto totale.
35-54 anni
La live radio nella fascia 35-45, secondo i dati dell’indagine Rajar Winter 2024, resta dominante (63%), anche se la presenza dell’audio digitale si mostra significativa, con il 24% delle ore dedicate alla musica on demand ed un 6% ai podcast.
55+
Nel target più adulto la radio lineare mantiene una posizione di assoluto rilievo, occupando l’81% delle ore di ascolto, con un uso marginale invece delle piattaforme digitali rispetto ai più giovani.
Le motivazioni dietro l’ascolto secondo Rajar Winter 2024
Rajar Winter 2024 ha approfondito anche le ragioni che spingono le persone a scegliere specifici contenuti audio. Le principali esigenze individuate sono le seguenti.
Amplificare l’umore
Ascoltare musica o programmi radiofonici contribuisce a rilassarsi od a migliorare lo stato emotivo.
Informarsi
Una quota estremamente rilevante di intervistati da Rajar ha confermato di fruire stabilmente della radio per rimanere aggiornati sulle notizie ed ampliare le proprie conoscenze.
Compagnia
Non stupisce l’affermazione secondo la quale la radio è un sottofondo quotidiano durante le attività lavorative o casalinghe, circostanza ampiamente dichiarata dai soggetti raggiunti dal sondaggio di Rajar Winter 2024 ed il linea con la storica mission del medium.
Interazione sociale
Secondo la rilevazione inglese, infine, la condivisione dell’ascolto di podcast e radio favorisce conversazioni e discussioni.
Radiocentralità
I dati della rilevazione Rajar Winter 2024 confermano la centralità della radio lineare in UK, ma evidenziano (ed anzi, esaltano) anche la trasformazione dell’ecosistema audio, grazie alla diffusione delle piattaforme digitali.
Panorama dinamico
L’ascolto connesso, la crescita della musica on demand e l’esplosione dei podcast delineano, in dettaglio, un panorama sempre più dinamico, in cui la radio tradizionale deve trovare nuove strategie per mantenere la sua posizione predominante.
Proliferazione device connessi ed ascolto avanzato nell’età elementi ricorrenti
L’adozione massiva di dispositivi connessi e la differenziazione delle abitudini di ascolto tra le generazioni rappresentano le principali sfide e opportunità per il futuro del settore radiofonico. Ed è proprio questa la summa degli indicatori più rilevanti dell’ultima sessione dell’indagine inglese. (G.M. per NL)