Radio e tv. USA: le locali si integrano nei social perché gli utenti li prediligono rispetto ai media tradizionali

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Le radio e le tv locali hanno fatto registrare un aumento delle condivisioni dei contenuti sui social del 57% rispetto al 2016. Un’altra delle forme di ibridizzazione che interessano i media radiotelevisivi in corso (oltre a quella sensoriale e di piattaforme di cui da tempo discutiamo).
Lo rivela uno studio condotto da Shareablee, la società d’indagine sui media data, che sottolinea come, per quanto riguarda l’informazione, gli utenti preferiscano sempre di più le piattaforme on line rispetto ai tradizionali media locali. Per sopravvivere e raggiungere un pubblico sempre più ampio le radio e le tv hanno dovuto proporre nuovi contenuti modulati sull’esempio degli OTT.
E non va male I giornali e le televisioni locali hanno fatto segnare un incremento dei ricavi rispettivamente del 146% e del 47% rispetto all’anno precedente grazie ad un aumento complessivo dei contenuti video social del 55% nella prima metà del 2017. Con un mercato pubblicitario in rete che ormai ha più che doppiato quello cartaceo l’informazione diventa quasi un affare esclusivo dei big californiani.
Del resto, il saggio (“Social Media and Fake news in the 2016 election”) degli economisti Hunt Allcott e Matthew Gentzkow ha messo in luce un dato significativo, ovvero che oggi il 62% degli americani legge le notizie dalle piattaforme social: nella pratica Facebook e soci sono i nuovi mainstream al posto dei network radiotelevisivi da “Quinto potere”.

Una tendenza che ha coinvolto anche gli editori radiotelevisivi locali, sempre più spinti ad integrarsi (ed imitare in piccola scala) con i giganti della rete. La qual cosa genera un drastico cambiamento dei prodotti editoriali: la società di Zuckerberg e Alphabet, proprietaria dell’accoppiata Google-YouTube, hanno come principale fonte d’entrata la raccolta pubblicitaria, svincolata in termini d’impresa alla qualità dell’informazione. Il nuovo feed di Facebook (lanciato a metà ottobre) che separa gli “amici” dalla pagine, cioè distingue i post pubblici da quelli privati, ha già affondato i piccoli media indipendenti (per lo più locali). Le pagine di questi ultimi hanno subito un calo dello user engagment dell’80%, mentre la reach organica è crollata del 60%.
Il processo di omologazione/integrazione/ibridizzazione dell’informazione è ormai avviato, ma le regole del gioco le scelgono solo i pesci grandi. (M.R. per NL)

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