Il 2023 sarà archiviato come l’anno nero per il towering milanese radiotelevisivo: dopo Torre Velasca, San Galdino, Via Valenza, un’altra storica postazione meneghina è stata smantellata in questi giorni.
E’ toccata, questa volta, al sito di Via Val Devero, quartiere Sella Nuova (conosciuto anche come Forze Armate), la cui fase di rimozione è stata oggetto di un ampio report fotografico ospitato sulla pagina Facebook Tralicci e impianti AF/BF di Floriano Fornasiero, alla quale attingiamo spesso per le immagini dei nostri articoli.
La sintesi
Decimati i siti broadcast milanesi dall’estate 2023: in pochi mesi sono state smantellate postazioni storiche come quelle di Via San Galdino (attiva dal 1990), di Via Valenza (sito installato del 1990), di Torre Velasca (insediamento della seconda metà degli anni ’70), Via Forze Armate (dalla seconda metà degli anni ’80).
Sopravvivono pochi siti tecnologici, peraltro senza assoluta certezza di durata prolungata.
I report
Il gruppo Facebook di Floriano Fornasiero, dedicato a tralicci ed impianti di alta e bassa frequenza (storico fornitore del corredo fotografico di questo periodico) ha monitorato con estrema attenzione le attività di smantellamento, con ampi e suggestivi report fotografici che testimoniamo il cambiamento di un’epoca.
Le foto
Le foto catalogate dalla pagina di Floriano Fornasiero sono estremamente rappresentative di attività che in pochi mesi hanno radicalmente mutato lo skyline milanese.
I precedenti
Città che già aveva visto negli anni scorsi lo svuotamento dalle antenne o comunque lo spostamento di impianti da postazioni come l’Hotel Michelangelo (Via Scarlatti), la Torre Ferta, il grattacielo Pirelli, la Torre Galfa (storico sito di Gamma Radio), i siti di Via Stamira d’Ancona, di Via Stephenson, le torri di Bruzzano, di Gratosoglio (dove dovrebbero resistere solo due impianti) e di Piazzale Corvetto.
Il report fotografico
Questo il report degli smantellamenti
1) Torre Velasca
2) Via San Galdino
3) Via Valenza
4) Via Forze Armate
Le tendenze
Dalla tendenza in atto si possono trarre alcune conclusioni.
Antenne sgradite? Non necessariamente
La prima è che non sono necessariamente le antenne a non essere più gradite, come dimostrato dal continuo proliferare di quelle della telefonia, ma quelle invasive per impatto estetico, per inquinamento elettromagnetico e limitazioni urbanistiche e paesaggistiche. Cioè, generalmente, i siti ospitanti più emissioni.
Business che fu
La seconda è che non pare più essere un business gestire torri broadcast in città, a seguito della forte concentrazione di impianti nelle mani di pochi soggetti ed ad una costante azione di compatibilizzazione ed ottimizzazione che ha comportato l’accorpamento in un numero minore di impianti delocalizzati al di fuori delle aree urbane.
Ridondanza? No, grazie
Ma forse anche la diffusione FM attraverso impianti ridondanti non pare più essere considerata essenziale da parte dei player nazionali, così che si comincia a pensare all’essenziale, favorendo la dismissione di frequenze, spesso a seguito di coordinamenti tecnici. Con conseguente diminuzione degli insediamenti.
Siti sopravvissuti
A Milano sopravvivono, per ora, siti (per ora) essenziali come i grattacieli Breda e di via Turati (per il quale pare sia previsto un intervento di ristrutturazione con unificazione dei tralicci esistenti), il sito tecnologico di Via Silva ed impianti decentrati come la Torre di Rozzano (che, quanto a radiodiffusione sonora, ospita solo l’impianto 103,2 MHz di Isoradio), l’insediamento radioelettrico di Cinisello Balsamo (pure oggetto di recenti vicende giudiziarie promosse dai condomini del palazzo che hanno condotto alla forzata inattività delle emittenti presenti) ed alcune postazioni perlopiù ad uso singolo di limitata portata radioelettrica.
Torre RAI
Dovrebbe essere liberata da insediamenti radioelettrici anche la torre RAI di Corso Sempione, che rimarrà solo come monumento. Già gli impianti FM RAI sono infatti stati delocalizzati sul grattacielo Isozaki. (M.R. per NL)