Quando, a metà settembre 2021, NL aveva prospettato l’attuale salasso delle bollette per la fornitura di energia elettrica, anticipando la progressiva riduzione delle potenze di emissione e, a gennaio di quest’anno, aveva titolato (“Il 2022 sarà l’anno della diminuzione della potenza degli impianti FM?”), qualche commentatore aveva fatto dell’ironia (“credete agli UFO”)…
Ora quello scenario è una tragica realtà, con reti nazionali radiofoniche che stimano maggiori costi tra i 2 e 6 milioni rispetto al 2020.
Mediamente da – 3 a -6 dB nell’etere FM del 2022
Così, già da qualche mese, come qualche editore aveva anticipato alla nostra testata, di notte molte emittenti diminuiscono le potenze di esercizio e ormai in tanti lo fanno anche col sole (diversi trasmettitori da 30 kW in Lombardia stanno funzionando stabilmente a 10/15 kW). E se il governo non porrà rimedio, è altamente probabile che entro fine anno mediamente i segnali FM si ridurranno ovunque tra 3 e 6 dB. Il che – va detto – non sarà affatto un male, se distribuito equamente.
Sostituire le macchine non basta
D’altra parte, ancora prima che la situazione precipitasse come oggi, a gennaio 2022, un importante editore ci aveva confidato: “L’unica soluzione sarà, per chi non l’ha già fatto, sostituire le macchine con apparati che consumano meno. Ma anche diminuire le potenze degli impianti particolarmente costosi e di quelli non produttivi, in aree che non portano ascolti. Lo faremo a malincuore, ma non ci sarà altra strada. Lo Stato non ci aiuta e dopo un 2020 disastroso ed un 2021 che non ha consentito di recuperare quanto perso, ci mancava questo rincaro”.
Sul ponte sventola bandiera bianca
E, soprattutto, è prevedibile che questa ennesima mazzata faccia definitivamente alzare bandiera bianca alle piccole emittenti FM, già pesantemente colpite dalla pandemia. Col mercato delle frequenze tornato ai valori di metà anni ’90, è probabile che il rincaro dei prezzi dell’energia elettrica spinga coloro che a stento avevano fin qui resistito ad abdicare a favore di qualche (sempre più rara) rete o superstation ancora alla ricerca di (ulteriore) esposizione in FM.
Pro digital
Ma è anche immaginabile che questo deleterio stato di cose dia finalmente impulso allo sviluppo della radio digitale via etere (DAB+, dove l’utilizzo condiviso del medesimo trasmettitore e l’utilizzo di potenze più contenute favoriscono grandi risparmi di energia elettrica), sulla scia di quanto accaduto per il comparto televisivo areale. Dove le tv sopravvissute alla cernita del refarming si sono trovati contratti di trasporto di fatto calmierati rispetto ai folli aumenti dell’energia elettrica. “Almeno quello“, ci ha confidato un fornitore di servizi di media audiovisivi milanese. (E.G. per NL)