Vita dura per le emittenti radiotelevisive. Come se non bastassero i problemi economici connessi alla crisi internazionale, che ovviamente si riflette anche sul mondo pubblicitario (pare stia tirando solo la nazionale radiofonica), sta pure degenerando la questione elettrosmog, fino a giungere a proteste teatrali.
Intanto la radio digitale per come la si era pensata, nonostante gli sforzi (Francia in testa), non decolla. Anzi, pare che il satellite stia schiantandosi a terra. Così gli editori si tengono ben stretta la cara (in tutti i sensi) e antica FM. Anche se iPhone piano piano sta indicando una possibile e concreta soluzione di symulcasting, peraltro valida anche per la Iptv. Del resto, dell’FM ora si interessa anche Lapo Elkann. E pure Nielsen, che ha deciso di investire nel metering USA.
Ma non tutti piangono e tanto meno i ricchi: DMT sorride sia per l’attività del towering che per il contratto di vendita di trasmettitori DVB-T a Mediaset, che si prepara al ravvicinato switch-off con una rinnovata offerta Premium, nel tentativo di riguadagnare le posizioni perse in analogico e per frenare la crescita di Murdoch con una sat-tv (e non solo) sempre più in alto. Anche se qualche doloro morso lo Squalo lo ha subito dai feroci piranha-consumatori per il diritto di recesso e per il recupero dei crediti.
Sul fronte dei giornalisti, segnalata doverosamente la scomparsa del grande Sandro Curzi, con un po’ di noia registriamo fastidi per i conduttori Pippo Baudo e Mike Bongiorno, colpiti da grottesche contestazioni di un sempre più anacronistico Ordine capace ormai di fare notizia solo censurando gli iscritti che fanno pubblicità, dimenticandosi invece dei colleghi in trincea, come nel caso Merateonline.
In tv, niente di nuovo per La 7, che continua con le sue beghe più politiche che editoriali, mentre il caso Villari ha tenuto ancora banco in tema di Vigilanza RAI. E a proposito di RAI: curiosa – e, per alcuni, ambigua – l’iniziativa della concessionaria pubblica di potenziare il segnale analogico in Piemonte alla vigilia dello switch-off. Qualcuno grida già alla spartizione di frequenze preventiva. Mah.
Sul fronte tlc, dopo lo schiaffo a Telecom sulle bollette gonfiate, altra batosta per i subdoli 899, che rischia però di fare di tutta un’erba un fascio con effetti deleteri per la promozione di tali servizi sulle tv locali, già in difficoltà.
E il Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni? Novità anche per quello. No, non si tratta degli Ispettorati: quelli rimangono sempre al palo per mancanza di soldi. La novella è relativa al decreto di riorganizzazione. Poca roba, ma sempre meglio che un calcio.
Buone nuove, pare, per quanto attiene la libertà d’informazione sul web: Ricardo Franco Levi, portavoce del governo ombra, ha proclamato che cancellerà il capitolo su Internet dal progetto di legge sull’editoria di cui è autore che avrebbe sancito la soppressione di fatto dei blog.
E salvi pare siano anche i contributi per la stampa: le nuove norme avranno infatti efficacia dal 2010. Bonaiuti ha infatti dichiarato: “Abbiamo ancora dinanzi a noi un anno per cercare di arrivare ad una legge condivisa sull’editoria“. Fosse solo quello ciò che occorre condividere.