Come cambiano i notiziari radio tv nell’era del news storming, con l’utenza che rifugge dalle notizie (o quantomeno da un certo tipo di somministrazione ed esposizione)?
Cosa è il NewsBite, la nuova frontiera dell’informazione radiotelevisiva?
Uno studio italiano approfondisce temi di estrema attualità per il comparto radiotelevisivo.
E arriva il GR on demand, uno strumento che darà la possibilità alle emittenti radiofoniche di comporre a piacimento e in base alle proprie esigenze editoriali, le singole edizioni dei giornali radio da trasmettere.
Sintesi
La trasformazione dei radiogiornali e telegiornali riflette l’evoluzione delle abitudini di consumo delle notizie in un momento in cui il pubblico manifesta insofferenza verso il news storming (che si qualifica sia come l’eccesso di informazione sotto forma di notizie in sé, ma anche di eccesso di fonti di approvvigionamento), come dimostrato dalle risultanze di Reuters, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi. In sostanza, la moltiplicazione incontrollata di sorgenti informative disorienta l’utenza, favorisce la disinformazione, rende complesso il fact-checking e promuove il NewsBite, la somministrazione di notizie in poche righe (o poche parole ed immagini). Ed i broadcaster (e non solo loro) ne prendono atto, sfruttando le opportunità del GR on demand.
Le premesse
Le esigenze di un pubblico sempre più frammentato e con tempi di attenzione progressivamente ridotti, impongono cambiamenti significativi nella durata, nella presentazione e nella distribuzione delle notizie nei radiogiornali e telegiornali (nazionali e locali).
Lo studio Media Progress
Uno studio della società di analisi strategica Media Progress (del gruppo Consultmedia), illustra “come dovrebbero essere strutturati oggi i notiziari radio e tv sulle stazioni generaliste (lineari) per rispondere efficacemente alle domande chiave sul loro formato ottimale alla luce del news storming in corso”.
Durata e modalità di esposizione delle notizie nei telegiornali
“Un telegiornale tradizionale di prima serata su un canale generalista lineare solitamente dura tra i 20 e i 30 minuti. Tuttavia, per adattarsi meglio ai tempi moderni, molti broadcaster offrono già da tempo formati più brevi di 3-5 minuti, ideali per aggiornamenti rapidi durante la giornata. Questo è particolarmente utile per il pubblico che consuma notizie tramite dispositivi mobili e piattaforme digitali”, si legge nella sintesi del report di Media Progress.
Radiogiornali
“I radiogiornali tradizionali durano tra i 3 e gli 8 minuti. Formati più brevi di 1-2 minuti sono utilizzati per offrire aggiornamenti frequenti e rapidi, adattandosi ai contesti di ascolto tipici degli spostamenti e delle attività quotidiane”, annota il rapporto.
Modalità di esposizione (scaletta)
“La scaletta dovrebbe bilanciare notizie internazionali, nazionali e locali (e sin qui non vi sono novità, ndr), alternando segmenti di approfondimento, analisi e storie più leggere (ed anche su questo punto non si registra particolare innovazione, ndr). Il mix aiuta a mantenere l’attenzione del pubblico e a soddisfare una gamma diversificata di interessi.
Inclusivi
L’inclusione di elementi interattivi come sondaggi in diretta o commenti social può ulteriormente aumentare il coinvolgimento del pubblico”, spiegano gli analisti della società di analisi strategica.
Modalità di espressione (presentazione delle notizie)
“La presentazione delle notizie deve essere chiara e concisa, focalizzandosi sui punti chiave senza fronzoli. Un approccio visivo e grafico accattivante, supportato da immagini e video di alta qualità, è fondamentale per mantenere l’interesse del pubblico”, si legge nella relazione sintetica dello studio di Media Progress
Fruibilità catch up e social vs. trasmissione lineare
Il rapporto tenta di rispondere anche ad uno dei dubbi più frequentemente avanzati dai programmatori radiotelevisivi: se sia opportuno rendere disponibili radiogiornali e telegiornali in forma differita (on demand), considerato che per sua natura il notiziario ha un consumo istantaneo.
Il pubblico vuole l’on demand news
Secondo gli analisti di Media Progress, “Nonostante le resistenze degli operatori, la nostra ricerca mostra che il pubblico apprezza telegiornali e radiogiornali fruibili sia live che on-demand, nativi o attraverso formule di catch up, accessibili anche dalle piattaforme social.
Diversificazione e differenziazione
Tale approccio consente di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, offrendo la flessibilità di accedere alle notizie secondo esigenze e disponibilità differenziate, favorendo engagement ed interazione”, risponde Giovanni Madaro, giornalista e ceo di Media Progress.
Tempo medio di sopportazione differenziata tra radiogiornali e telegiornali
Il tempo medio di sopportazione di un radiogiornale e di un telegiornale non solo sono diversi fra loro, ma variano notevolmente a seconda dell’età del pubblico, “ragion per cui l’emittente dovrebbe regolarlo ed adattarlo in funzione del proprio target”, precisa Madaro.
Sopportazione per fasce d’età
“Nella fascia 22-39 anni, per esempio, il tempo massimo di sopportazione di un telegiornale è di circa 10-16 minuti, che scende a 3-6 minuti per i radiogiornali. Nel segmento 40-59 anni, l’accettazione sale fino a 18 minuti per notiziari TV e a 9 minuti per i radiogiornali. Nella fascia 60-75 anni i notiziari televisivi possono durare fino a 25 minuti e quelli radiofonici fino a 12 minuti. Tra i 75-90+ anni la durata dei notiziari è sopportata fino a 28 minuti per quelli tv, mentre rimane fissa a 12 per quelli radiofonici”, precisa il rapporto Media Progress.
Stile e voce del notiziario
“Lo stile del notiziario dovrebbe essere professionale ma accessibile: la voce narrante deve essere chiara e rassicurante, ma non eccessivamente impostata e distaccata. Se l’emotività è bandita, una modulazione della voce appare invece consigliabile.
Elementi inclusivi
L’inclusione di elementi personali, come i dietro le quinte e storie dei giornalisti, può aiutare a costruire una connessione più forte con il pubblico”, annota Madaro.
Meglio le voci femminili
“Il nostro studio mostra che una combinazione equilibrata di voci maschili e femminili è preferita dal pubblico. La ricerca ha indicato che il 55% degli spettatori preferisce una voce femminile per la conduzione lineare, mentre il 45% predilige voci maschili per gli innesti di approfondimento, gli inserti ed i collegamenti esterni.
NewsBite: il fast food delle notizie
Una tendenza interessante tracciata dal rapporto Media Progress è quella definita NewsBite, termine che descrive un formato di notizie brevi, concise e facilmente accessibili, progettate per essere consumate rapidamente, proprio come il cibo da fast food.
Le caratteristiche principali di un NewsBite
“Le notizie sono condensate in flash da 1-2 minuti, ideali per un consumo rapido durante brevi pause o spostamenti. I radiogiornali e telegiornali NewsBite devono essere resi disponibili su piattaforme digitali come social media, app mobili e siti web, permettendo agli utenti di accedere alle news in qualsiasi momento e luogo.
Presentazione accattivante
Il NewsBite utilizza elementi visivi e grafici per favorire l’engagement di un pubblico con tempi di attenzione molto ridotti, attraverso un mash up di notizie complesse e più leggere, aggiornamenti rapidi e approfondimenti, per soddisfare diverse esigenze informative in un formato compatto.
Interattività
Spesso il NewsBite include elementi interattivi come commenti, studi e condivisioni, per aumentare il coinvolgimento del pubblico, catturare e rafforzare l’attenzione calante solitamente dopo i 20 secondi.
Plusvalori
Tra i plusvalori del NewsBite va annoverata la possibilità per gli utenti di rimanere informati senza dedicarvi troppo tempo, adattandosi ai ritmi frenetici della vita moderna.
Flessibile ed accessibile
Ma anche la fruizione di tipo flessibile (sia in diretta che in differita), l’accessibilità per un pubblico più ampio, inclusi i giovani che preferiscono contenuti rapidi e facilmente comprensibili”, conclude Madaro.
ART News conferma
“La richiesta di news on demand e di breve durata da parte del pubblico (sempre più numeroso) che ama informarsi principalmente via social è già un’evidente realtà”, conferma Diego Mele, direttore marketing di ART News, una delle più importanti agenzie di informazione radiofonica italiana, alla quale NL ha chiesto un commento a riguardo degli esiti dello studio di Media Progress.
Ready to air
“Ciò che manca a mio avviso è un player che dia agli editori la possibilità di attingere da un contenitore multimediale, un determinato contenuto informativo (preconfezionato ed ottimizzato), nel momento esatto in cui ritiene importante proporlo al proprio pubblico”, aggiunge Mele.
GR on demand
“In tal senso, l’agenzia stampa ART News sta sperimentando il GR on demand, uno strumento che darà la possibilità alle emittenti radiofoniche, di comporre a piacimento e in base alle proprie esigenze editoriali, le singole edizioni dei GR da trasmettere”. Ma, data la portata della novità, di questo parleremo in una separata occasione su Newslinet. (M.R. per NL)