Guardare la tv è un’abitudine consolidata fra la popolazione di 3 anni e più: il 92,2 per cento delle persone la guardano e tra questi l’86,7 per cento lo fa con frequenza giornaliera.
L’ascolto della radio è, invece, meno diffuso: poco oltre la metà delle persone di 3 anni e più (53,0 per cento) segue le trasmissioni radiofoniche e di queste quasi il 60 per cento lo fa quotidianamente.
Anche se le due piattaforme si stanno parzialmente integrando tra loro e, insieme, stanno interagendo sempre più col web, il cui consumo aumenta considerevolmente.
Lo spiega l’ISTAT nell’annuario 2017, nel quale si legge che “La televisione si vede abitualmente in tutte le fasce di età, ma i telespettatori sono più numerosi tra i giovanissimi e gli anziani e, in particolare, tra i 6-14enni e i 65-74enni (per entrambi pari a circa il 96 per cento). Le donne che guardano la tv sono di poco più numerose degli uomini (92,9 per cento contro il 91,4 degli uomini) in tutte le fasce di età eccezione fatta per le bambine di 3-5 anni, le 18-19enni e gli anziani di 75 anni e più. Contrariamente a quanto accade per gli intrattenimenti fuori casa, gli spettacoli televisivi vengono visti più dai residenti del Mezzogiorno che da quelli del Centro-nord: il 93,4 per cento della popolazione del Sud e delle Isole, contro il 91,2 per cento del Nord e il 92,6 per cento del Centro”.
Per quanto riguarda l’ascolto della radio le differenze generazionali, di genere e territoriali, secondo l’ISTAT, “sono più marcate”.
“In modo opposto a quanto accade per la televisione – si legge nella relazione -, i programmi radiofonici sono maggiormente seguiti dalle persone di età centrale (i radioascoltatori tra i 20 e i 54 anni sono il 65 per cento circa), dagli uomini (54,3 contro il 51,8 per cento delle donne) – anche se le ascoltatrici sono più degli ascoltatori fino ai 44 anni – e dai residenti nel Nord (56,3 per cento contro il 52,8 del Centro e il 48,8 del Mezzogiorno)”.Nel 2016 la quota di spettatori televisivi sulla popolazione di 3 anni e più, secondo il rilevatore, “rimane stabile; significativo solo l’aumento di quanti dichiarano di guardarla per ‘qualche giorno’ (si passa dall’11,4 per cento del 2015 al 13,3 del 2016)”.
Preoccupante invece la situazione per il mezzo radiofonico, il cui pubblico, scrive l’ISTAT, “diminuisce sensibilmente (nel 2015 era il 57,9 per cento della popolazione di 3 anni e più) e in modo generalizzato (sia tra gli uomini sia tra le donne, in tutte le fasce di età e ambiti territoriali), anche se i fidelizzati mostrano un maggiore attaccamento: la quota di coloro che affermano di ascoltarla tutti i giorni aumenta da 55,4 per cento a 59,7″.
Per quanto riguarda Internet, ISTAT registra una minore diffusione nell’Italia meridionale e insulare: il mezzo viene utilizzato da poco più del 55 per cento dei residenti nel Mezzogiorno, contro il 67,6 per cento degli abitanti del Nord-ovest, il 66,9 del Nord-est e il 66,4 per cento dei residenti nel Centro.
Le aree metropolitane, sia nel comune centro sia nella sua periferia, sono, inoltre, quelle in cui viene maggiormente usato il personal computer e dove si naviga di più in Internet.
Considerando la frequenza di utilizzo, ISTAT evidenzia “la netta diffusione dell’uso quotidiano sia del personal computer sia di Internet: rispettivamente pari al 33,4 per cento delle persone di 3 anni e più e al 44,6 per cento delle persone di 6 anni e più. Ed è proprio tra chi ne fa un utilizzo giornaliero che si concentrano maggiormente le differenze sia territoriali sia di genere. Nel tempo sempre più persone usano il personal computer, sebbene nel 2016 si registri un lieve calo degli utilizzatori giornalieri, probabilmente legato all’uso strumenti alternativi. A partire dal 2001 (primo anno in cui ne è stato rilevato l’utilizzo) ad oggi la quota di individui che ne fa uso è aumentata di quasi 20 punti percentuali (da 36,9 per cento passa a 56,1), pur essendo stata caratterizzata da fasi di stazionarietà dal 2014. Il tasso di utilizzo riprende a salire nel 2015 per poi rimanere sostanzialmente stabile nel 2016″.Contrariamente a quanto accade per il ricorso al personal computer, l’uso di Internet coinvolge sempre più persone di anno in anno (il maggiore incremento si è avuto negli anni tra il 2008 e il 2010) e continua nel 2016 con un balzo in avanti del 2,9 per cento rispetto al 2015. Continuano ad aumentare gli utilizzatori “forti” (sia tra le donne sia tra gli uomini): le persone che dichiarano di utilizzare la rete tutti i giorni passano da 40,3 a 44,6 per cento. In parallelo diminuiscono color che dichiarano di non aver mai utilizzato Internet: da 38,0 a 34,9. (E.G. per NL)