La Santa Sede con severità ed impazienza ha nuovamente reclamato allo Stato italiano il rispetto dei patti del 2010.
In sostanza, il Vaticano in una nota del 9 aprile a firma di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa, ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico due canali nazionali digitali tv e radio (DAB) per il Centro Televisivo Vaticano, diretto da monsignor Guido Viganò. Nel novembre del 2009, quando anche il Lazio, abbandonò l’analogico per abbracciare il digitale terrestre, il Vaticano (che ha diritto in base agli accordi internazionali di Ginevra ad alcune frequenze) acconsentì a che l’Italia utilizzasse i canali spettanti allo stato sovrano (canali 6 e 11 VHF e 21 UHF e 57 UHF), ottenendo un impegno (a compensazione del favore) che entro il Natale del 2012 (prorogato poi a quello del 2013) avrebbe ricevuto "capacità trasmissiva su scala nazionale per una sua televisione ad una velocità di 4 megabyte al secondo e per un canale radio a copertura nazionale". (R.R. per NL)