Che ci si avvii verso l’agognata ‘normalità’ è dimostrato anche dal fatto che, dopo mesi di stallo (anche prima del Coronavirus), tornano in scena le nomine alla Rai, ratificate nelle scorse ore dal Cda. E in questo quadro alla fine si sblocca, grazie anche al faticoso accordo raggiunto sul ‘decreto rilancio’ nella maggioranza di Governo, la nomina che da mesi faceva litigare PD e Cinquestelle: quella di Mario Orfeo alla guida del Tg3. Il nuovo direttore e ex Dg Rai dovrebbe, secondo l’intesa politica raggiunta, ridare al PD un minimo di influenza sui Tg Rai, che gli manca molto, visto che i Cinquestelle sono soddisfatti della direzione di Giuseppe Carboni al Tg1 e il Tg2 resta saldamente nelle mani di Gennaro Sangiuliano, come aveva voluto l’allora partner di Governo dei Cinquestelle Matteo Salvini.
Il PD pretende un Tg
Questa situazione in merito alle nomine alla Rai strideva non poco con gli equilibri politici cambiati completamente già nella scorsa estate e il PD aveva provato a più riprese a varare la nomina di Orfeo, trovando però sempre l’ostilità dei Cinquestelle, con l’AD Salini poco propenso a spingere verso le relative decisioni. Lo stallo è andato avanti a lungo nei mesi scorsi, fino a che a fermare tutto per forza è stato il Coronavirus. Una Rai in emergenza, costretta a lavorare in condizioni non facili, con una programmazione spesso ‘saltata’, senza la possibilità di avere (o quasi) ospiti in studio e comunque in obbligo di garantire una continua mole di informazione sulla pandemia, non poteva evidentemente pensare di occuparsi di nuove ‘poltrone’.
Ma le attuali decisioni in merito alle nomine alla Rai dimostrano appunto che la fase di emergenza è giunta alla fine e anche i giochi politici possono ripartire.
Cambio ‘storico’ a Rai3
In questo periodo il PD era riuscito solo a ottenere la pur importante sostituzione di Teresa De Santis alla direzione di Rai1, dove si è insediato alcuni mesi fa Stefano Coletta, reduce dalla buona e storica gestione di Rai3. Intanto a Rai2, orfana per forza di cose di Freccero, si era invece insediato in gennaio Ludovico Di Meo.
Si doveva però fare qualcosa per i Tg, come dicevamo, visto anche che la presidenza di Marcello Foa non veniva più messa in discussione. Bisognava allora pensare a una nuova direzione al Tg3, nonostante la nomina di Giuseppina Paterniti, che i Cinquestelle gradivano, fosse relativamente recente e i dati d’ascolto fossero buoni.
Alla fine alla soluzione ci si è arrivati ma per ottenere la designazione di Orfeo, nel quadro delle nuove nomine alla Rai, si è dovuto rimettere mano anche alla direzione di Rai3, dove Coletta era stato da poco sostituito da Silvia Calandrelli, che conservava però anche la gestione di Rai Cultura.
Di Mare direttore
Poco male: a Rai3 va ora un volto noto come Franco Di Mare (era da poco dirigente a Rai1), da tempo candidato dai Cinquestelle a direzioni di prestigio. In questo modo il PD perde però una poltrona ‘storica’, che era in qualche nodo sopravvissuta persino durante i Governi Berlusconi, ma evidentemente stavolta il gioco valeva la candela.
‘Sacrificate’ due donne
In questo puzzle di nomine alla Rai sorgeva un altro problema: ben due donne erano così costrette a lasciare anzitempo le rispettive direzioni e anche Teresa De Santis era ai ferri corti con l’azienda, non avendo avuto alcun nuovo incarico, dopo aver dovuto lasciare Rai1. Ma quando c’è la volontà politica le soluzioni si trovano, appunto.
E se a Silvia Calandrelli rimane pur sempre Rai Cultura, Giuseppina Paterniti passa ora alla direzione dell’Offerta Informativa dell’azienda (coordinamento editoriale), una carica che era vacante fin dai tempi delle dimissioni di Carlo Verdelli. La De Santis invece andrà adesso alla presidenza di RaiCom, che Foa aveva conservato a lungo con doppio incarico, cedendo però alla fine alle pressioni ostili in merito.
Si cambia anche ai Gr
Mica è finita qui, naturalmente. Ai Gr e a Radio1 arriva l’ora di un’altra donna, Simona Sala, prima vicedirettrice del Tg1, che va a sostituire Luca Mazzà (in attesa di nuova collocazione) e che si dice sia gradita ai Cinquestelle come al PD. Ma, nel quadro delle nomine alla Rai e sempre a RaiCom, è annunciato anche il passaggio di mano della poltrona di AD che Monica Maggioni (ex presidente della Rai) lascerà a breve (a favore di Angelo Teodoli), perché lei scalpita per tornare al suo lavoro di giornalista ‘in prima linea’ e per questo dovrebbe ottenere una rubrica fissa su Rai1.
E’ invece un duo consolidato e stimato come quello costituito da Paolo Del Brocco e Nicola Claudio a venire confermato nei rispettivi ruoli di AD e presidente di Rai Cinema: i due hanno vari mandati alle spalle ma non è sembrato opportuno procedere a un cambio in un momento così ‘complicato’ per le produzioni audiovisive, che il virus ha colpito molto.
A RaiWay, infine, presidente (al posto proprio di Orfeo) sarà invece Giuseppe Pasciucco (prima direttore della Finanza Rai), con Aldo Mancino confermato AD.
Salini durerà?
È finita qui dunque la girandola di nomine alla Rai? In realtà resta l’interrogativo principale: è davvero ancora salda la poltrona di Fabrizio Salini alla guida di Viale Mazzini? Si ricorderà che la sua permanenza sembrava legata alla vera realizzazione di quel famoso piano industriale che doveva riorganizzare nel profondo l’azienda. Anche qui la pandemia ha bloccato tutto (pur dopo qualche nomina già deliberata) ma diciamo che anche prima molti restavano scettici.
Salini è ancora in sella (il piano industriale meno) ma c’è chi lo dà già pronto per la guida di Netflix in Italia, anche fra non molto tempo. Il potere di Netflix aumenta anche nel nostro Paese e il riferimento di un personaggio italiano importante sarebbe decisivo per crescere ancora.
Salini smentisce, il Governo regge e la politica si è appena accordata. Ma siamo solo al primo atto, per il resto si vedrà. (M.R. per NL)