Radio Tv. Confindustria Radio e Televisioni (CRTV) e il PNRR: sostegno economico per DAB+, DVB-T2, contribuzioni IP

Confindustria Radio e Televisioni

Confindustria Radio e Televisioni (CRTV) e il PNRR: vogliamo investimenti, non assistenzialismo.
Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio e Televisioni, auspica che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vengano adeguatamente prese in considerazione radio e tv, mezzi fondamentali durante i mesi di lockdown.

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Le parole di Franco Siddi

Il settore radiotelevisivo è pronto a fare la sua parte da protagonista nelle aree della digitalizzazione, della formazione di nuove professionalità, dell’industria culturale, creativa, audiovisiva e nella “filiera editoriale“- così definita dal PNRR – di cui tv e radio sono asse fondamentale […]”.
Lo spiega CRTV in una nota in cui Franco Siddi ricorda il ruolo fondamentale di radio e televisioni e il servizio offerto da queste durante i mesi di lockdown.

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Le proposte di Confindustria Radio e Televisioni

L’associazione di categoria dei media tv e radio italiani auspica che nel PNRR si tenga in considerazione il settore nel modo adeguato, in modo da poter raggiungere i propri obiettivi per la ripartenza. I punti chiave dei piani per il rilancio sono:  nuova occupazione (soprattutto giovanile) nel settore, sviluppo tecnologico e green. Allo scopo di raggiungere questi obiettivi CRTV domanda al Governo investimenti per 1,18 miliardi di euro, garantendo una generazione di 1,8 miliardi di indotto.

Investimenti, non assistenzialismo

Siddi precisa che le cifre richieste non sono una forma di assistenzialismo, ma di investimento, per un settore che non vuole sussidi, ma aiuti per ripartire e investire sui punti chiave del piano presentato da CRTV. “Investimenti sostenibili, non assistenziali, concreti e orientati al risultato, adeguati e rispettosi dell’esigenza di sviluppo di sistema debbono trovare adeguata collocazione nelle scelte operative del piano“, spiega il Presidente. Che aggiunge: “Questa è una declinazione indispensabile, le risorse siano destinate davvero a sviluppare innovazione ed efficiente infrastrutturazione materiale e immateriale del Paese”.

L’occupazione

Innovazione che passa anche per la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani. Per quanto riguarda l’occupazione (ed in particolare quella giovanile), infatti, Confindustria Radio e Tv ne riconosce l’importanza “nella necessità di investire sulle competenze digitali”. “Ma lo specifico del nostro settore richiede inoltre competenze tecniche, culturali e creative e approccio interdisciplinare al lavoro che deve investire tutti attori, produttori, giornalisti e talent, broadcaster e per esempio promuovere l’intelligenza artificiale e l’uso dei big data nell’alveo della responsabilità editoriale”. 

DAB+

Non può dunque nascere nuova occupazione e nuove professionalità, senza un’attenzione adeguata al settore della tecnologia. Tra le proposte di investimento sull’innovazione tecnologica, infatti, è presente il passaggio al DAB+, punto cruciale degli sviluppi radiofonici.

IP e DVB-T2

Tra gli altri punti meritevoli di attenzione, Confindustria Radio e Televisioni annovera IA e big data, connettività e trasporto dei contenuti audiovisivi su reti IP, trasmissione e distribuzione dei contenuti (TV4.0) e passaggio al DVB-T2.

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Gaia X

L’attenzione per i big data non compare a caso. Questo tema rientra infatti nelle proposte di CRTV riguardo Gaia X: un progetto che mira a creare una nuova generazione di infrastrutture per i dati in Europa. Guidato da Francia e Germania, Gaia X si pone come promotore della sovranità digitale degli utenti europei nei servizi cloud. Il tutto basato sui valori di privacy, trasparenza e protezione dei dati secondo gli standard europei. Quest’ultima caratteristica apre anche ad organizzazioni extra EU che accettino però le regole del Continente.

CRTV su Gaia X

Proprio questo punto viene preso in esame da CRTV, che chiede che “i big data generati nel continente vengano mantenuti su piattaforme europee”.
Tra le richieste vi è anche la costruzione di un sistema di tutele e “l’incentivazione di progetti per utilizzare tali infrastrutture per le imprese radiotelevisive”. Confindustria non sembra dunque ben disposta nei confronti di entità extra europee, nonostante anch’esse, come richiede lo stesso progetto Gaia, debbano sottostare alle policy dell’Unione.

Le emittenti locali

Nel comunicato di Confindustria non manca, inoltre, l’attenzione per le emittenti locali rappresentate nella federazione dall’Associazione TV Locali e dall’Associazione Radio FRT.
Comparto della comunicazione fondamentale, in quanto garantisce pluralismo e informazione sul territorio. Anche queste realtà devono essere coinvolte negli investimenti e nei processi di sviluppo sopracitati, purché ci siano le caratteristiche per un intervento di sviluppo, non assistenziale che produca innovazione”, ha aggiunto il Presidente Siddi.

Le conclusioni di Confindustria Radio e Televisioni

“La televisione e la radio sono pronte a dare il loro contributo per l’innovazione in questa ottica – ha concluso il Presidente di CRTV – e siamo fiduciosi che ai Ministri dell’Innovazione, dello Sviluppo Economico, del Lavoro e al Sottosegretario all’Editoria non potranno sfuggire queste nostre brevi considerazioni nella messa a punto di quanto di loro competenza, per l’efficacia e la misurabilità dei risultati in relazione agli obiettivi e alle obbligazioni del piano”. (A.M. per NL)

foto di antenne di Floriano Fornasiero

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