Antonello Giacomelli, sottosegretario al Ministero per lo sviluppo economico, accoglie la delegazione delle 30 emittenti televisive e radiofoniche zittite dal sequestro preventivo ordinato dalla Procura della Repubblica di Verona che una settimana fa ha sigillato i contatori dei ripetitori FM e UHF posti sulla Torricella Massimiliana, località strategica per il servizio sulla città di Verona, ma prende subito le distanze all’aspetto penale della vicenda. Ed è comprensibile che lo faccia, in un momento politico tanto delicato e su un caso specifico scottante sotto molti aspetti.
“Non mi permetto di giudicare e di analizzare i motivi che hanno portato all’emissione di un provvedimento così grave”, premette, aggiungendo “Però questo intervento non permette a molte emittenti di svolgere compiutamente il loro lavoro”.
A stimolare l’incontro sono stati i parlamentari veronesi Alessia Rotta e Diego Zardini del Pd e Alberto Giorgetti di Forza Italia.Nuovamente assumendo le misure a riguardo del procedimento penale, Giacomelli ha dichiarato: “Parto dal presupposto del rispetto dei provvedimenti degli organi dello Stato. Semmai vorrei confermare la piena disponibilità e l’interesse del governo ad aiutare, laddove sindaco, prefetto e chiunque siano espressione della comunità lo ritengano utile, possa contribuire a sbloccare questa situazione e rimuovere le difficoltà. Credo che il primo obiettivo sia superare questa fase così acuta, per i rischi che determina per le imprese, per i lavoratori e per l’impoverimento del servizio alla collettività. Si lavorerà tutti assieme per trovare le soluzioni adeguate”.
Più netti invece i commenti dei parlamentari: “E’ impensabile spegnere la comunicazione a Verona sulla base di un problemi di natura amministrativa”, è stato il pensiero di Alberto Giorgetti, peraltro meno prorompente di quello di Alessia Rotta: “Il servizio pubblico non può essere interrotto in questo modo perché le norme dicono che le televisioni locali sono obbligate a fare e trasmettere informazione e questo intervento ci lascia quantomeno perplessi”. “Lascia perplessi ed è per questo che ci siamo attivati nell’immediato per trovare una soluzione in tempi brevi ed evitare un nuovo caso Ilva” è stata invece l’opinione di Diego Zardini.
Pur non presente al consesso, ha però fatto conoscere il proprio orientamento il Comitato contro le antenne sulle Torricelle, che con le sue iniziative ha stimolato l’intervento della magistratura: “In questi giorni in molti hanno sottolineato che il sequestro è stato eccessivo. Ma di fronte a questa situazione di conclamata illegalità, di cui istituzioni e classe politica sono a conoscenza da oltre 30 anni, non possiamo certo rimanere sorpresi dall’intervento della Procura. Era un atto dovuto. L’accordo tra i proprietari delle antenne e il demanio può sanare solamente gli aspetti legati all’occupazione abusiva dello spazio negli anni passati. Il traliccio di 75 metri presente pennellare, su cui le emittenti vorrebbero spostare le loro parabole e antenne, deve essere tassativamente demolito. Il traliccio oltre ad essere completamento abusivo è stato realizzato in totale violazione delle norme urbanistiche e dei vincoli presenti. Tutti gli impianti e tutti i tralicci devono essere demoliti e spostati in altro luogo. Non c’è altra soluzione”. (E.G. per NL)