Si respira da tempo l’aria degli anni ’70: fiction tv, film, musica, da tempo inneggiano ad un periodo tanto complicato sotto gli aspetti socio-cultural-economici quanto foriero di importanti novità in relazione ai medesimi aspetti.
Per quanto ci riguarda più da vicino, i Settanta hanno caratterizzato la caduta del muro del monopolio radiotelevisivo pubblico, con l’avvio delle trasmissioni delle radio e tv “libere”, prima che “private”, aggettivi che oggi hanno indubbiamente perso di significato.
Di quel periodo massimamente creativo, incredibilmente anarchico, completamente destrutturato, nel comparto radio-tv rimane ben poco: molto si è mortificato, tutto è stato regolato, il più è organizzato e catalogato.
Ma ci sono delle eccezioni, complici le nuove tecnologie che favoriscono l’accesso ed impongono la caratterizzazione. Come fu l’etere degli anni ’70, il web è artistico, ancora poco regolamentato, scarsamente livellato: su IP scorrono quindi contenuti audio/video innovativi che compongono e scompongono i palinsesti di web radio, arricchiscono l’offerta di YouTube (le web tv sono praticamente scomparse, circostanza di cui ci occuperemo in altro pezzo nei prossimi giorni), ma anche in FM e sul DTT si avvista qualche rondine, che ancorché non indiziaria di una nuova primavera radiotelevisiva, denota una persistente vivacità di fondo del settore.
E’ il caso di Radio PoPizz, emittente barese ibrida (nel senso di presente sulla multipiattaforma) fortemente connotata a livello contenutistico.
Colonizzando un territorio già esplorato da tanti anni da Marco Lolli con una delle declinazioni del suo brand bouquet (IP) LolliRadio, la cd. “happy music”, Radio PoPizz veicola “tutti quei brani simpatici che ormai è difficile sentire in radio e le canzoni della tradizione barese, senza trascurare le nuove leve del rap in salsa barese”, associando la denominazione alle popizze baresi (gustose piccole frittelle sferiche di pasta lievitata), giocando con l’assonanza delle stesse coi termini “Pop” e “Hits”.
Parliamo di questa esperienza con Lorenzo Belviso, editore dell’emittente.
“Un paio di anni fa ho avuto questa idea dopo aver osservato le nuove tendenze: i giovani hanno tutta la musica che desiderano a portata di click. Per essere sul mercato bisognava pensare a cose diverse, basate sulle nuove tecnologie, ma senza dimenticare le origini, senza eccedere nella globalizzazione. Mi sono allora domandato cosa mancasse nella mia città, Bari e sulla scorta di queste considerazioni è nata l’idea di Radio PoPizz“, esordisce Belviso.“E’ una radio divertente e desiderosa di trasmettere l’identità della città pugliese, grazie alla presenza di coloro che la caratterizzano da un punto di vista musicale, teatrale, con la messa in onda di brani che fanno parte del tessuto sociale cittadino, realizzati da gruppi quali l’Anonima GR o artisti come Nico Salatino, Gianni Ciardo, Nicola Pignataro oltre alla proliferazione di svariate band e rapper in chiave barese. Non solo musica: c’è anche spazio per la poesia, la gastronomia con le mitiche ricette e i consigli di Finella e i racconti dei nonni che sempre più raramente riescono a tramandare le tradizioni ai propri nipoti”.
(Domanda) Questa la genesi del layout editoriale; ma dal punto di vista distributivo, cioè delle piattaforme impiegate, quali sono state le riflessioni?
(Risposta) “A parte la modulazione di frequenza, presidiata con un impianto ridondante de L’Altra Radio, stazione di maggior diffusione di cui sono editore allo stesso tempo, oltre chiaramente all’IP, ho pensato alle potenzialità del digitale televisivo terrestre. La capacità trasmissiva sfruttabile con l’impiego della tecnologia H264 (che ora lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico indica come la soluzione da adottare come ponte tra il T1 e il T2 fino al 2022, ndr) a costi contenuti, la progressiva scomparsa dei ricevitori FM nelle case e nei negozi, compensata la una presenza sempre più massiccia e plurima di televisori (ce ne sono mediamente 2 o 3 per casa), mi hanno spinto a coltivare la presenza su un mux regionale pugliese per raggiungere sia gli utenti stanziali dell’area coperta dal segnale FM che quelli esterni alla stessa”.
(D) Siete stati tra i primi a sperimentare l’impiego del formato H264…
(R) “Sì, grazie alle competenze di Rocco Chiodo, tecnico tv di provata esperienza e di grande lungimiranza, siamo riusciti a realizzare un prodotto audiografico di qualità con una ridottissimo utilizzo di capacità trasmissiva”.
(D) Cioè?
(R) “Sembrerà incredibile, ma in H264 riusciamo a trasportare contenuti audio e video con buona qualità con solo 300 k di banda, 0,3 MB! Consideriamo che di norma una tv SD impiega 2 MB per farsi vedere…“.
(D) Ma l’H264 è visibile solo con i tv (o i decoder) HD…
(R) “Sì, ma le vicissitudini del DTT in Puglia (una delle regioni che ha più sofferto la sottrazione di canali per incompatibilità con emissioni estere, ndr) hanno paradossalmente consentito una più rapida sostituzione del parco ricevitori. Secondo i miei calcoli una percentuale tra il 50 e l’80% dei pugliesi ha almeno un tv HD…”.
(D) E chi non ce l’ha?
(R) “Sente comunque l’audio, si incuriosisce e ci chiama chiedendo il perché non riesce a vederci, ma solo ad ascoltarci. Noi effettuiamo una semplice verifica di dotazione, domandando se vedono il canale 501, cioè la versione HD di Raiuno. Se non la ricevono significa che il tv non è HD…. A quel punto l’utente, già mortificato dal fatto di non ricevere un canale free di maggior qualità come quello principale della rete pubblica, ci chiede soluzioni e noi consigliamo o l’acquisto di un tv HD oppure l’integrazione con un decoder low-cost (abbiamo individuato soluzioni efficienti anche a meno di 30 euro). In pratica stiamo favorendo l’aggiornamento del parco ricevitori…”.
(D) E l’arrivo in Lombardia?
(R) “I pugliesi a Milano sono tantissimi e sono sempre stato convinto che se PoPizz fosse arrivata lì avrebbe trovato terreno fertile. Ovviamente era impossibile pensare di farlo in FM e quindi ho chiesto lumi ancora una volta al fidato Rocco Chiodo, il quale, collaborando con Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico, ndr), mi ha indirizzato per verificare possibili soluzioni. Consultmedia ha individuato tra i propri clienti un mux interessante dove veicolare a condizioni economiche accessibili il prodotto audiografico già trasmesso in Puglia. In una settimana eravamo già in onda: quando si dice l’efficienza milanese! E sempre con 0,3 MB, suscitando peraltro la curiosità e l’interesse di altri operatori…”. (D) Il riscontro del pubblico?
(R) “In questi due mesi di test è stato sorprendente: sapevo, come detto, che i pugliesi in Lombardia sono tantissimi, ma non pensavo ad un ritorno così elevato. Riceviamo telefonate, email, sms, whatsapp tutti i giorni da persone che magari ci hanno scoperto durante lo zapping oppure col passaparola. Ora stiamo cercando di organizzarci per dare un senso anche commerciale alla nostra presenza”.
(D) Progetti per il futuro?
(R) “Tanti. Siamo contentissimi di quello che siamo riusciti a fare con tante idee e pochi investimenti e vogliamo proseguire su questa strada, anche attraverso Consultmedia, i cui professionisti si sono confermati valenti partner in questo importante periodo di avvicendamento tecnologico. Posso permettermi un consiglio ai colleghi editori?”
(D) Prego…
(R) “Ritrovate una vostra identità locale, rischiate, mettetevi in gioco: il pubblico è lì che vi aspetta….“. (E.G. per NL)