Con 593 voti favorevoli, 39 contrari e 53 astensioni il Parlamento europeo ha approvato la proposta del deputato Dieter-Lebrecht Koch per l’adozione sulle automobili di nuova costruzione dei sistemi di assistenza alla guida.
Si parte con la frenata automatica d’emergenza con riconoscimento di pedoni e ciclisti, il sistema cruise control adattivo che si adegua ai limiti di velocità e quello che aiuta a conservare la propria corsia, ma è evidente che nel medio termine si tenderà a far controllare al sistema di guida quante più funzioni possibili.
“Il futuro nemmeno a lungo termine vedrà il conducente diventare passeggero”, commenta Massimo Rinaldi, ingegnere dell’Area Tecnica di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) che, come noto, sta seguendo con attenzione lo sviluppo della Radio e della Tv 4.0, in particolare in relazione alle connected car. E, a riguardo, quali saranno gli effetti diretti e/o indiretti sui media radiotelevisivi di questa novità? “Già l’introduzione della e-call (la chiamata d’emergenza attraverso una scheda telefonica dati, obbligatoria dal 2018 sulle nuove auto) era un grande passo avanti per l’avvento delle auto interconnesse – prosegue Rinaldi -. Le funzioni di guida assistita, che ovviamente attingono risorse dal web e quindi necessitano di una connessione stabile, è un ulteriore passo importante avanti. Ma c’è di più…”.
(Domanda) Cioè?
(Risposta) “Progressivamente, come detto, verranno meno alcuni vincoli, come quello della distrazione dalla guida che oggi impedisce la piena fruizione di contenuti visivi dinamici sul display, la tv, per intenderci. Ritengo che ciò comporterà medio tempore l’arrivo massiccio sulle auto dei flussi streaming audio/video per la ricezione di contenuti televisivi“.
(D) Non è più comodo attingere dal DTT?
(R) “Il DTT non è adatto per una fruizione mobile; lo era il DVB-H, ma tale tecnologia è stata di fatto abbandonata e i canali destinati riconvertiti al DVB-T. La tv sulle auto potrà fare ingresso solo attraverso streaming. Mi risulta che le compagnie telefoniche stiano già valutando una maggiore richiesta di banda in tal senso“.
(D) Come sarà possibile accedere ai canali tv dal display dell’auto?
(R) “Ovviamente attraverso un aggregatore di flussi streaming, così come per le radio. E’ impensabile che il dashboard dell’auto possa essere riempito di singole app e quindi necessariamente i costruttori negozieranno accordi con i principali collettori, come TuneIn, MyTuner o FM World in Italia per preinstallare gli aggregatori. Oppure...”
(D) Oppure?
(R) “Oppure – e questo è uno scenario preoccupante – potrebbero adottare aggregatori captive, decidendo chi inserire e chi no…”
(D) Ma sarebbe legale un filtro di questo tipo?
(R) “L’utente dovrà avere certamente la possibilità di agire sull’applicazione per inserire volontariamente una stazione, pena sanzioni dell’Antitrust – commenta Stefano Cionini, avvocato di Consultmedia -. Ma il punto è: quanti utenti lo faranno? Si sa che siamo sempre più pigri e tendiamo a fruire di quello che abbiamo già a disposizione. E questo è pericolosissimo. Ad ogni modo, in questa fase è essenziale essere presente sugli aggregatori principali, onde non perdere posizioni di presidio preventivo“.
(D) Ma per le tv non ci sono ancora aggregatori tv….
(R) “Stiamo lavorando per implementare FM World per la fruizione attraverso smart tv di contenuti audiovisivi; visual radio. Il primo test per l’hybrid radio NBC Milano è già in corso con risultati soddisfacenti“, commenta Gianluca Busi di 22HBG, la società che ha sviluppato e cura l’aggregatore tricolore.
“Ovviamente a quel punto ospiteremo anche le televisioni locali, posto che allo stato non ci sono ancora soluzioni aggregatrici per loro“, osserva Busi.
“Un aggregatore ibrido radio e tv, sarebbe in effetti molto pratico per la gestione composita di flussi audio/video sull’auto“, osserva Rinaldi.
Ma quando saranno definite le specifiche dei nuovi protocolli per la guida assistita?
“L’iter partirà a gennaio; è lecito quindi attendersi indicazioni regolamentari dell’UE nel corso dei prossimi sei mesi. Poi i governi nazionali dovranno recepire i provvedimenti, ma riteniamo che entro il 2020-2022, in coincidenza con lo sviluppo del 5G avremo la prima fase concretamente attuativa“, conclude Cionini. (E.G. per NL)