Raggiunto l’accordo tra il governo francese, l’Arcep (l’authority delle comunicazioni) e le telco per quanto riguarda il 4G: non ci sarà nessuna asta per le frequenze 900 MHz, 1800 MHz e 2 GHz.
Parigi ha raggiunto l’intesa con Orange, Sfr, Free e Bouygues Telecom che prevede un rinnovo gratuito per 10 anni delle licenze d’uso dello spettro in cambio dell’impegno da parte degli operatori a coprire il 100% del territorio con il 4G, quale fase propedeutica allo sviluppo del 5G.Attualmente circa diecimila comuni hanno accesso solamente al 2G e 3G, ma nel prossimo lustro la situazione dovrebbe cambiare. La mancanza di una gara competitiva sui diritti d’uso delle bande permetterà alle telco di puntare sul miglioramento della rete: previsti per i prossimi anni circa 4 miliardi di euro di investimenti dei privati che si andranno a sommare ai 9 miliardi degli ultimi due anni. Dopo mesi di difficili negoziati il compromesso (una sorta di win win) segna una svolta nella storia recente delle telecomunicazioni francesi.Macron spinge per coprire le aree bianche del paese e diminuire sempre di più il digital divide anche a costo di ridurre le entrate statali. Per fare un esempio, l’ultimo bando pubblico per le frequenze (pubblicato nel 2015) aveva fruttato 2,8 miliardi di euro di incasso per il governo.“Per la prima volta si rinuncia all’asta per realizzare un importante progetto di pianificazione territoriale – ha sottolineato Maxime Lombardini, ceo di Free – In cinque anni la Francia sarà il paese più avanzato in termini di digitale”.
Il provvedimento riguarderà nello specifico le licenze in vigore di SFR e Orange sui 900 Mhz, 1800 Mhz e 2 Ghz in scadenza nel 2021, quelle di Bouygues in scadenza nel 2024 e quelle dell’ultima arrivata Free Mobile con termine al 2030/2031. Ancora da definire nei dettagli la roadmap degli interventi, anche se sicuramente porteranno alla realizzazione di circa cinquemila nuovi siti strutturali.
Intanto i broadcaster francesi radio e tv non stanno a guardare ed intensificano le azioni volte a presidiare il futuro IP.
D’altra parte, oltralpe gli editori televisivi hanno da tempo virato nella direzione dell’IP, consapevoli che nel 2022 competerà ad armi pari col DTT (già oggi gran parte dell’offerta tv è veicolata sulle piattaforme smart).
Sul lato radiofonico, per esempio, il colosso NRJ promuove in prima pagina il suo brand bouquet IP, forte ormai di 150 stazioni, seguito da Cherie FM con 50 emittenti, mentre l’oldies Nostalgie presenta un mux IP di oltre 30 radio. Più contenuto il brand bouquet di RFM (una quindicina di radio) e poche radio tematiche per il gruppo RTL-Fun Radio (5 IP Radio brandizzate), che però promette uno sviluppo già da quest’anno così come SkyRock, FIP-France Inter Paris (attualmente meno di dieci radio) e Virgin Radio (meno di 10 stazioni allo stato). Insomma, la Francia, come l’UK, appare molto attenta allo sviluppo della radio IP, anche e soprattutto in vista dell’imminente arrivo delle connected car. (M.R. per NL)