Radio. TuneIn: partnership con GWM (Great Wall Motor Co.) per la preinstallazione dell’aggregatore su alcuni modelli europei ed australiani

GWM

TuneIn conclude una partnership con uno dei più grandi produttori di auto cinese per l’installazione nativa dell’aggregatore sul dashboard di alcuni modelli distribuiti in Europa e Australia. La notizia riporta all’attualità la necessità di una prominence delle emittenti radiofoniche di ogni paese, che, diversamente, si trovano a competere con una concorrenza mille volte più aggressiva rispetto all’offerta via etere.
Anche se non è solo quello il problema.

Sintesi

A distanza di pochi giorni torniamo a parlare di TuneIn, l’aggregatore statunitense di flussi streaming radiofonici più importante al mondo (oltre 100.000 stazioni radio catalogate in ogni continente) e di podcast (quasi 6 mln di episodi) che intermedia in forma preferenziale la somministrazione di contenuti sui dispostivi Android (2,5 miliardi di dispositivi) ed iOS (1,5 miliardi). E lo facciamo per dare conto di una partnership con il produttore automobilistico cinese Great Wall Motor Co. (GWM), che lo integrerà nativamente nel suo sistema di infotainment.

TuneIn integrato da giugno 2024 su modelli GWM in Europa e Australia

“In base all’accordo, a partire da giugno 2024, Tuneln sarà disponibile in modelli selezionati GWM Great Wall Motor in Australia ed Europa”, si legge nell’annuncio della casa automobilistica.

TuneIn Premium per possessori di auto GWM

“Inoltre, i proprietari di vetture GWM riceveranno in prova gratuita per 90 giorni TuneIn Premium per vivere una user experience senza pubblicità”, spiegano Nicole Wu, vicepresidente di GWM e Rich Stern, CEO di TuneIn.

Chi è GWM

Great Wall Motor Co. è l’ottava più grande azienda automobilistica cinese (ma la prima per produzione di SUV e pick-up e la terza per veicoli elettrici plug-in). Fondata nel 1984, GWM vende mediamente 1,3 mln di auto all’anno coi marchi Haval, Wey, Tank, POER, Ora.

Attualità

La partnership di GWM con TuneIn, riporta in auge l’importanza di una serie di argomentazioni che qui intendiamo riassumere, partendo proprio dalla necessità di definire una politica comune di prominence per le emittenti radiofoniche di ciascun paese, che diversamente, si troverebbero a competere con un’offerta moltiplicata per 1000 rispetto a quella attuale via etere (FM/DAB+), passando dal tema della sicurezza della guida, per giungere all’adeguamento dei modelli commerciali (adv).

Posizioni distanti

Posizioni che, diversamente dal passato, non vedono le industrie radiofoniche ed automobilistiche alleate, ma poste spesso su posizioni se non opposte, quantomeno distanti.

Prominence dibattuta

Della prominence radiofonica sulle auto si è parlato molto ultimamente: dal WorldDAB Automotive 2024, conclusosi pochi giorni fa – in cui è stata ribadita l’importanza che la radio rimanga centrale sul dashboard, con accesso semplice ed immediato -, al RadioDays di Monaco, tenutosi a metà marzo e, ancora prima (a febbraio 2024), al World Radio Day di Milano.

Prominence da costruire

La stessa prominence, già rallentata per il comparto tv (appena conclusa la procedura sottesa al tavolo tecnico promosso da Agcom relativamente all’icona per l’accesso al DTT ma chissà quando si penserà a quella per le icone dello streaming), deve essere ancora affrontata sul piano regolamentare, in forma coordinata a livello europeo.

Spotify equipped

Ma, nel frattempo, le automobili escono già dalle catene di produzione equipaggiate con le icone di Spotify & C. in focus su un dashboard sempre più affollato che pone sullo stesso piano l’offerta di streaming on demand con la radio lineare.

 Autoschizofrenia 

Lo stesso settore automotive, del resto, si muove in forma schizofrenica.

Per BMW la radio sul dashboard ha un ruolo importante

Da una parte ci sono car company come BMW che non hanno timore di esprimere l’importanza del mezzo radio (“Per noi il mezzo ha un ruolo importante nelle nostre dashboard, molto più di servizi di streaming”, aveva dichiarato il portavoce della casa al RadioDays di Monaco).

Tesla vorrebbe solo streaming sulle quattro ruote

Dall’altra ci sono brand come Tesla che da sempre spingono sull’only streaming e case come Citroen (Stellantis) e Dacia (Renault) che, senza troppe remore, su alcuni modelli elettrici hanno già bannato l’autoradio FM/DAB+, nella sostanziale indifferenza di operatori, utenti e regolatori.

Volvo per le piattaforme ad ampia condivisione, GM per piattaforma captive

In mezzo si collocano Volvo, che si oppone all’adozione di piattaforme proprietarie (preferendo mantenere le porte aperte a quelle ad ampia condivisione come Android Auto ed Apple CarPlay) e, negli USA, GM, che vuole estromettere dai suoi cruscotti CarPlay, a favore di una joint venture con Google.

User (un)friendly

Sta di fatto che, come più volte stigmatizzato, in generale si nota una sempre maggiore limitazione per gli utenti ad accedere ai contenuti radio lineari, che dovrebbero essere a fruizione immediata.

Icona radio grigia ed imboscata

“L’icona radio non può essere grigia e imboscata e le radio FM alla posizione 50: gli automobilisti devono trovare il brand che conoscono e cercano”, era stato spiegato ad uno dei seminari del RadioDays di Monaco. Tesi poi confermata pochi giorni fa da un report esposto al WorldDAB Automotive 2024, dove è emerso che in 4 casi su 10 per avviare l’autoradio serve più di un click.

Radio relegata in un angolo del cruscotto.

Ed infatti l’ascolto della radio sulle nuove automobili sta diventando sempre più complicato al cospetto di sistemi che, con l’obbiettivo di semplificare la vita agli utenti, di fatto tendono a relegare la Radio in un angolo, o comunque ridurla al livello delle piattaforme di streaming on demand.

Al contrario di Spotify

Anzi peggio, se è vero, come è vero, che l’icona di Spotify è – questa sì, come già ribadito – sempre più presente.

Sicurezza

Eppure, della complicazione della gestione dell’entertainment si è accorto anche l’European New Car Assessment Programme (Euro NCAP), cioè il Programma europeo di valutazione dei nuovi modelli di automobili, che dal 1997 si occupa di definire le modalità di valutazione della sicurezza passiva delle automobili nuove tramite l’introduzione e l’uso di specifici protocolli di prova (in modo tale da offrire al consumatore informazioni armonizzate).

Tasto unico

Parliamo, naturalmente, del tanto discusso tasto unico per la fruizione della radio sulle auto interconnesse, cioè tutte quelle di nuova generazione.

Dashboard troppo complicato

L‘Euro NCAP è infatti recentemente  intervenuto sul tema della complicazione dei dashboard che distraggono l’utente, affermando che entro il 2026 dovranno essere introdotti protocolli di semplificazione.

Incidenti per distrazione

“L’uso eccessivo di touchscreen è un problema sempre più grande, con quasi tutti i veicoli che spostano i controlli chiave sugli schermi centrali, obbligando i conducenti a distogliere lo sguardo dalla strada ed aumentando così il rischio di incidenti per distrazione”, aveva dichiarato tempo fa Matthew Avery, direttore dello sviluppo strategico di Euro NCAP.

Target 2026

Le verifiche, che Euro NCAP effettuerà nel 2026, incoraggeranno i produttori ad utilizzare controlli fisici separati per le funzioni di base in modo intuitivo, limitando il tempo di sottrazione della cd “vista strada” ai fini di una guida più sicura.

Nessun potere impositivo sui protocolli

Ovviamente Euro NCAP – che non è un ente di regolamentazione pubblico (sebbene sia sostenuto dall’Unione Europea) – non ingerisce sulle modalità di attuazione dei protocolli, ma fissa l’obbligo di controlli fisici per comandi basilari di alto utilizzo o di estrema essenzialità, come i segnali di svolta, le luci di pericolo, i tergicristalli, le funzioni SOS ed eCall e, ovviamente, l’accesso al car entertainment.

… ma le cinque stelle pesano

Tuttavia il punteggio di cinque stelle assegnato è un punto di forza, simile al programma Top Safety Pick del comparto assicurativo americano, ed è quindi probabile che la sua sollecitazione risulti efficace.

One click

Si tratta di un’indiretta applicazione del principio One Click, introdotto da questo periodico ben quattro anni fa (ed oggi assunto a modello comportamentale ideale) per ribadire la necessità che la radio rimanesse accessibile sul cruscotto delle auto con un solo pulsante, come accaduto dall’avvento dell’autoradio fino all’era delle auto interconnesse.

Disintermediazione

Un traguardo figlio dell’esigenza dell’era attuale: la semplificazione e la disintermediazione.

Mutuazione

Un obiettivo improcrastinabile al cospetto dell’invasione di campo sulle quattro ruote dei servizi di streaming audio on demand.

La Radio non deve essere solo semplice da trovare, ma anche impossibile da perdere

Concetto, peraltro, ribadito da Jean Philip De Tender dell’EBU (European Broadcasting Union) che già al WorldDAB Automotive dello scorso anno aveva affermato: “La radio non dovrebbe essere solo semplice da trovare, deve essere impossibile perderla”.

Presenza confermata sul cruscotto

“Proprio come il vecchio pulsante radio fisico, l’accesso alla radio, dovrebbe essere immediatamente evidente. Sia esso (accesso) AM, FM, DAB o tramite IP”.

Altoparlanti (più) intelligenti (degli editori)

Anche sugli smart speaker la presenza della Radio è affidata alla perseveranza degli ascoltatori, senza facilitazione alcuna a favore dei servizi di media radiofonici di interesse generale, sempre più difficili da individuare.

Aggregatori

Lato aggregatori la situazione è ancora estremamente frammentata, disorganica ed affidata, fin qui, alla capacità di grandi piattaforme mondiali indipendenti, come la sopra citata TuneIn, di stringere accordi con le case automobilistiche (Ford, General Motors, Tesla, Bmw ed ora GWM) o con i produttori di smart speaker (Google, che non a caso di TuneIn è partner).

Intermediazione

Una situazione che determina intermediazioni sui contenuti potenzialmente pericolose.

OTT

Ma è anche peggio relativamente all’argomento OTT, purtroppo generalmente affrontato solo nella direzione della competizione con le piattaforme (musicali e commerciali) e non già in quella della (indispensabile) evoluzione dei gruppi radiofonici come (essi stessi) piattaforme over the top, cioè attraverso la disintermediazione dalle reti di distribuzione.

Modelli editoriali…

Senza considerare l’approccio editoriale sbilanciato verso il lineare a danno dell’on demand.

… e commerciali

Ma soprattutto, il modello commerciale, sempre ancorato a vecchi schemi di 50 anni fa, con gli spot (ancora troppo spesso dell’estenuante lunghezza di 30 secondi) venduti con trafile lunghissime al cospetto del one click della pubblicità sulle piattaforme social.

Digital audio

Uno schema che limita lo sviluppo, soprattutto nella direzione del digital audio.

Posizioni regalate

Ma che, sopra ogni altra cosa, continua a regalare posizioni alle solite piattaforme OTT, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità geolocalizzata che sulle quattro ruote trova la massima espressione, come si dimostra dai recenti aggiornamenti dei sistemi di navigazione, sempre più ricchi di suggerimenti commerciali.

Acculturamento

Insomma di prominence si è parlato anche al RadioDays, ma la cultura sul tema, anche da parte dei diretti interessati, gli editori, è ancora parziale e limitata.

Rischio di perdere l’auto per strada

Le stesse rappresentanze sindacali sono ancora ferme al problema dell’icona della televisione lineare sulle smart tv e nemmeno paiono essersi rese conto che, nel frattempo, gli automobilisti stanno perdendo per strada la Radio.

Non basta la prominence

Tuttavia, molti osservatori sono scettici sulla possibilità che, da soli, interventi normativi e regolamentari sarebbero sufficienti per mettere in protezione la radiofonia. Secondo tale scuola di pensiero, le misure protettive andrebbero infatti accompagnate da una preventiva concertazione tra i broadcaster e l’automotive, partendo dalle esigenze comuni e cercando di mediare su quelle opposte.

Il modello del tavolo televisivo per una Icona Radio

L’esperienza del citato tavolo tecnico sull’icona tv (già concluso), che vedeva su posizioni diametralmente opposte fornitori di servizi di media audiovisivi (le emittenti) ed i produttori di televisori su alcuni aspetti, potrebbe essere maestra per addivenire a quella che noi, già nel 2019, avevamo chiamato proprio Icona Radio.

Le priorità dell’automotive

Ma vediamo le rispettive posizioni dei due comparti in termini di urgenze.
Le priorità dell’automotive sono:
1) techonology choice;
2) consumer preference;
3) geographic coverage;
4) integration complexity;
5) user experience;
6) continuos innovation;
7) security;
8) content compliance.

Le priorità del broadcasting

Quelle dei broadcaster:
1) channel control;
2) editorial control;
3) content protection;
4) prominence;
5) commercial model support;
6) audience insights;
7) innovation
.

Visione lato ricevente vs visione lato emittente

Confrontandole, emerge immediatamente come l’automotive privilegi soprattutto il lato utente, mentre gli editori sono quasi completamente radicati sulla protezione delle loro (attuali) prerogative.

Eccessiva distanza di posizioni

Due comparti ancora un po’ troppo distanti per riuscire a trovare un accordo, verrebbe da dire. (M.R. per NL)

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